Cronache

Due auto all'incrocio: una il futuro l'ha visto, l'altra lo prometteva

Due auto all'incrocio: una il futuro l'ha visto, l'altra lo prometteva

Una è la macchina del passato diventata del futuro però nessuno se lo sarebbe mai immaginato e nessuno, per la verità, se lo immagina tutt'oggi vedendola transitare borbottante. L'altra è l'auto che doveva essere del futuro e dopo pochi mesi era già passata. Seimila vetture vendute contro i circa sei milioni della concorrente del passato in quarantadue anni di onorata carriera ufficiale e ottanta ufficiosa e clandestina e non ancora terminata. Una deve il proprio successo a un artista del design varesotto per troppo tempo sconosciuto, l'altra deve il proprio insuccesso a una grande ingegnere e manager americano che un giorno fece l'errore di sentirsi onnipotente. Una dal presente diventato futuro non se n'è mai andata e mai se ne andrà, l'altra nel presente ha girato una manciata di anni e nel futuro ci è ritornata ma per motivi non proprio nobili: per sostituire un frigorifero in un film.

La Citroen 2Cv e la DeLorean DMC-12, tecnicamente, non hanno assolutamente nulla in comune. La prima, nel progetto originale, doveva servire a motorizzare la Francia largamente campagnola e rurale degli anni Trenta. André Citroën, dopo aver parlato con lo storico ingegnere progettista del marchio transalpino, André Lefevre, gliel'aveva chiesto espressamente: «Voglio che ospiti comodamente 4 persone, che sia alta, che sia comoda per le donne, che non crei problemi a chi è alto di statura, che sia in grado di attraversare un campo arato di recente senza rompere delle uova posate sul sedile posteriore, che consumi poco, che costi poco, che non vada oltre i 2 cv fiscali».

Patron Citroën aveva fatto proprie le indicazioni fornitegli dal condirettore della fabbrica francese, Pierre Boulanger, che trascorrendo un breve periodo di vacanza nella rurale Alvernia aveva avuto modo di far caso ai contadini che si spostavano dalle fattorie ai mercati di paese. I loro carri, trainati da due cavalli, trasportavano ogni tipo di prodotto della campagna. Non solo: spesso a bordo c'erano mogli e figlie, più abili nel commerciare e vendere le merci della fattorie. Solo che gli uomini dovevano guidare i carri e, così, perdevano ore, se non giornate, di lavoro. E se gli fornissimo un'auto al posto dei carri trainati dai 2 cavalli?. Quel visionario di André Citroën non se lo fece ripetere due volte e avviò il progetto. Ci fu solo un problema: il prototipo della 2Cv - appunto, 2 cavalli fiscali e i 2 cavalli del carro a cui si ispirava - era davvero troppo pratica. Cioè era proprio brutta. André Citroën in persona chiese allora aiuto a quell'eclettico e geniale e originale designer e artista italiano, Flaminio Bertoni. A Bertoni, che aveva già disegnato, modellandola nella creta, la rivoluzionaria Traction Avant - e si sarebbe ripetuto con la mitica DS -, ci volle poco per intuire che cosa servisse alla 2Cv per diventare bella e simpatica, senza snaturarne le doti di praticità. Ci mise una notte. Solo che scoppiò la guerra e disegni e prototipi vennero nascosti perché non cadessero nelle mani di Hitler e la Citroën dovette attendere il 1948 per presentare la 2Cv su cui, una volta di più, per aggiornarla, era intervenuto Bertoni. Venne svelata al Salone di Parigi. E subito conquistò tutti.

Quando nel 1975 John DeLorean, brillante ingegnere e manager americano, decise di mettersi in proprio, aveva in testa due obbiettivi da raggiungere. Voleva vendicarsi della General Motors dove era approdato, resuscitandone due marchi, la Pontiac e la Chevrolet, e da cui era stato mandato via dopo aver tentato di scalarne il vertice. E, soprattutto, desiderava costruire una sua rivoluzionaria vettura. Provò a raggiungere entrambi, fallì in entrambi. Grazie agli incentivi fiscali per chi creava occupazione in Nord Irlanda, DeLorean ottenne dal governo inglese 100 milioni di sterline per avviare il progetto e costruire una fabbrica a Belfast. La DMC-12 (acronimo di DeLorean Motor Company), dove 12 stava per le migliaia di dollari del prezzo a cui voleva mettere in vendita questa innovativa auto sportiva alla portata di tutti, venne presentata nel 1976. Il design era stato affidato a Giorgetto Giugiaro. Due anni dopo era pronto lo stabilimento. La produzione sarebbe dovuta partire nel '79, ma la crisi energetica, la necessità di rivedere i consumi del motore e altri contrattempi lo costrinsero a posticiparne l'esordio. Nel frattempo, proprio per i problemi avuti a livello progettuale, DeLorean coinvolse Colin Chapman, il genio delle monoposto di F1 che aveva creato il marchio Lotus, i telai monoscossa, le prese d'aria laterali, le minigonne, e vinto, all'epoca, più mondiali della Ferrari. A Chapman affidò la revisione del progetto e, si saprà poi, il costruttore inglese, che morì poco dopo - anche se in molti sostengono che fosse fuggito in Brasile -, accettò in cambio di una mazzetta da 10 milioni di dollari. Fatto sta, l'avveniristica DMC-12 con il telaio in acciaio inox e le portiere ad ali di gabbiano vide la luce nel 1981. Ne furono vendute solo 6mila. Un niente per coprire le enormi spese fin lì sostenute. Vien da sé che il governo inglese volle poi vederci chiaro, intervenne anche l'FBI, e DeLorean venne pizzicato e arrestato per traffico di stupefacenti. Fu preso mentre trattava una partita di cocaina da 20 milioni di dollari. Probabilmente stava cercando di coprire gli enormi debiti. Venne arrestato e la DeLorean fallì.

Oggi la 2Cv, l'auto del passato rimasta nel futuro, dopo la fine della produzione avvenuta nel 1990, è una vettura che gironzola ancora allegramente per le nostre città. E' un'auto del futuro perché consuma poco, perché è cabrio, perché non entra mai acqua, perché è un fuoristrada che vola sui campi arati meglio di una 4x4 pur avendo solo due ruote motrici, piace alle donne, è fresca anche ad agosto pur non avendo l'aria condizionata - merito dell'assenza totale di plastiche sulle lamiere -, è spaziosa pur essendo piccola e tutti i preparatori del mondo si stanno cimentando nel business del retrofit. Cioè, costruire motori elettrici da montare sulle 2Cv. A quel punto chi la fermerà più? Anche perché è l'unica vettura d'epoca che dispone di una specie di Amazon dedicata in grado di spedire a casa dei possessori anche la più piccola vitina. Possedere una 2Cv è, dunque, meglio che comprare una macchina nuova. C'è tutto quel che serve per la manutenzione a prezzi da 2Cv e niente elettronica. Per cui non si ferma mai e se si ferma la si fa ripartire. Più futuro di così...

La DeLorean DMC12, l'auto pensata per il futuro finita in soffitta dopo pochi mesi è stata invece miracolata, almeno nel nome e nell'immagine cara a noi tutti, dal famoso film del 1984. Per le riprese ne furono usate sette. Dicono che lo sceneggiatore di Ritorno al Futuro, originariamente, volesse usare un frigorifero per far viaggiare nel tempo Doc e M.J. Fox. Robert Zemeckis, il regista, preferì però l'auto. Motivo ufficiale: le portiere ad ali di gabbiano erano perfette allo scopo di farla sembrare un'astronave quando piomba nel 1955. Motivo reale: la produzione era preoccupata dall'effetto emulazione fra i ragazzini americani. Pronti a chiudersi in un frigo per viaggiare nel tempo.

Temevano cause milionari da parte di qualche genitore con il figlio pistola finito congelato nel presente.

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