Economia

Automobili, stile e ricerca: l'Italia delle eccellenze vince alla faccia dei gufi

Un rapporto del ministero degli Esteri rivela le eccellenze nazionali Pil che sale più della media Ue, criminalità in calo, maggiore benessere. I piccoli imprenditori: "Ora lottiamo davvero per il made in Italy"

Automobili, stile e ricerca: 
l'Italia delle eccellenze 
vince alla faccia dei gufi

Roma - Chi vive in baracca, chi suda il salario, chi ruba pensioni, chi ha scarsa memoria. Persino chi suggerisce ai figli di espatriare. Spesso dalle pagine di alcuni quotidiani nazionali emerge un cumulo di rovine nel tratteggiare il bel Paese che - guarda te! - ha davvero poco a che fare con la realtà. Come sta a testimoniare Winning Italy, il dossier chiesto da Silvio Berlusconi al ministro Frattini che, servendosi dei suoi più stretti collaboratori, Tonino Bettanini e Lucrezia Pagano, spiattella una realtà del tutto diversa da un’Italia a pezzi, buona solo alla lamentela ed al clientelismo. Un Paese che sta dritto in piedi, che si va rafforzando nonostante la crisi globale. Come risulta a importanti centri esteri di ricerca, a buona parte della stampa internazionale, a tutta una serie di analisi compiute in altri Paesi che costituiscono la base della ricerca.

In principio fu l’Ocse: nel terzo trimestre 2009, il Pil italiano - ha sancito l’istituto - si è messo a correre sia rispetto alla media Ue (+0,2%) che all’area euro (+0,4%). E mica ci si ferma qui. Anche la produzione industriale segna note positive. «Mai così bene dal 1990» viene documentato: con un +7% nell’agosto scorso, rispetto al mese precedente, che è il tasso più elevato rispetto a tutti gli altri e 27 Paesi Ue e da cui si capta come la ripresa, vicina, potrebbe esser più rapida e consistente del previsto. Solo aridi numeri che hanno a che fare poco con la realtà delle cose? Mica tanto. Nel «Rapporto annuale del programma Onu per lo sviluppo», l’Italia rafforza la sua posizione. I tre dati che compongono l’indice Hdi (speranza di vita, accesso alla conoscenza e qualità di vita) nel nostro Paese sono in netto rialzo e ci fanno salire dal 20° al 18° posto, mentre nella speciale classifica dell’attesa di vita ci attestiamo al 6° posto (81 anni).

Gli italiani sono possessori di case (secondi solo agli spagnoli), hanno nel mondo un podio nell’uso dei cellulari, e in Europa analogo risultato nel rapporto tra popolazione e numero di veicoli circolanti. Siamo i maggiori esportatori di vino al mondo e grande spazio hanno i nostri prodotti agroalimentari, specie quelli biologici, per non parlare dei record per i nostri prodotti Dop e Igp (primi in Europa). Troppo contadini, senza produzioni di livello nel mondo moderno? Per niente affatto. L’indice elaborato da Onu e Wto - si chiama Tpi, Trade Performance Index - testimonia che il nostro Paese è al secondo posto dopo la Germania nella classifica dei 10 Paesi più competitivi nel commercio mondiale. Siamo primi nel tessile, nell’abbigliamento, nel cuoio-pelletterie-calzature. Secondi nella meccanica non elettronica, in quella elettrica, negli elettrodomestici, nella chimica e nei prodotti di base (metallo, marmi, piastrelle), nell’occhialeria, nell’oreficeria e nei prodotti miscellanei. Terzi negli alimentari trasformati e quarti per introiti da turismo.

E ancora non è tutto. Un Paese che alcuni credono bannato dal progresso è al settimo posto nella speciale classifica dell’aereospaziale, quinto nelle scienze della vita o red biotech, al primo posto nella nautica di lusso (su 770 ordinativi di livello ben 347 sono stati affidati ad aziende italiane). Posizioni di prima fila poi, anche nella costruzione di radar, elicotteri, strumenti di sorveglianza, sistemi di energia eolica.

Magari non è un caso che il Global Reputation Pulse, il più grande studio mondiale sulle aziende metta al primo posto tra oltre 600 marchi, come il più affidabile, l’italiana Ferrero che precede nientemeno che Ikea e Johnson & Johnson. Ma anche i numeri della più recente attività di governo, dai dati emersi da istituti di ricerca e da vari altri enti, vengono a testimoniare che l’Italia marcia a passo di carica: prendete la lotta all’immigrazione clandestina: dai 19.850 stranieri sbarcati tra il marzo e l’agosto 2008, si è passati ai 1.904 dello stesso periodo di quest’anno. Con oltre 17mila rimpatriati dal 2008 ad oggi. Significative anche le cifre della lotta alla criminalità: negli ultimi 18 mesi del governo Berlusconi sono stati arrestati 8 mafiosi al giorno, per un totale di 3.630 persone in 377 operazioni di polizia. Tra i 282 latitanti arrestati figurano 15 tra i primi 30 più pericolosi. E a parlare sono anche i sequestri di beni mafiosi: 10.089 milioni di euro quest’anno contro i 5,629 del 2008 (+56%) cui vanno aggiunti altri 2.673 milioni di euro confiscati, rispetto ai precedenti 1.753.

Non basta? Ecco le 35mila tonnellate di rifiuti accumulate in Campania ancora a metà del giugno scorso. A metà dello scorso novembre sono 3 milioni e 518mila le tonnellate smaltite con una media giornaliera di 6.700.

Semplificazioni legislative, l’operazione-casa per i terremotati d’Abruzzo, le posizioni in ambito Onu (siamo tra i maggiori contribuenti in quattrini e uomini per le missioni di pace) e in ambito europeo stanno a testimoniare che il nostro non è il Paese per vecchi che si cerca di spacciare spesso strumentalmente. Come dimostrano le ultime pagine che offrono i resoconti di tanti successi sportivi (dalla Ferrari alla Pellegrini, passando per il volley femminile e tanti altri campioni) ad una piccola serie di «ritratti» di italiani poco conosciuti al grande pubblico, ma assai stimati nel mondo della scienza e della produzione: da uno dei creatori dell’acceleratore del Cern, all’ideatore delle nanotecnologie per la prevenzione del cancro, dall’inventore della «linguistica computazionale» (un affare da 100 milioni di dollari) al tipografo che stampa ormai 130 milioni di copie di libri in varie lingue.

Insomma, avremo i nostri guai, ma il cielo - per fortuna - è sempre più blu.

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