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Ferrari F40, l'eredità del Drake e il duello tra passato e futuro

La Ferrari F40 nasce per celebrare i quarantanni della casa di Maranello ed è l'eredità spirituale di Enzo Ferrari, scomparso un anno dopo la presentazione

Ferrari F40, l'eredità del Drake e il duello tra passato e futuro

Cosa ricerca di più la gente degli anni ‘80? La risposta è qualunque cosa purché guardi al futuro. Gli individui comuni sognano il digitale e buttano le cose analogiche nelle cantine, relegandole al dimenticatoio. Il passato è noioso, il futuro è avvincente. Sempre più persone fanno la corsa al personal computer, seppur rudimentale e grande quanto una macchina da cucito, alla radio sveglia senza le lancette, al compact disc e a qualunque cosa che possa essere uscita dal set di “Ritorno al Futuro”. Una cosa che piace ancora sono i motori, le auto possenti e rumorose, veloci e vistose. L’adrenalina che danno le quattro ruote scuote ancora grandi e piccini, che mettono nelle proprie camerette i poster delle varie Porsche 911, Lamborghini Countach e Ferrari Testarossa. Dal 1986, però, la più gettonata diventa un’altra: la Porsche 959. Lei sì che sembra piombare dal futuro per annichilire tutti quanti, più che un’automobile assomiglia a una navicella spaziale venuta da Marte; addirittura ha le sospensioni a controllo elettronico, si schiaccia un tasto e l’auto si alza o si abbassa. A Stoccarda hanno lavorato con precisione, con lungimiranza e hanno generato una supercar che è più avanti dell’avanguardia. Per dimostrare di essere stati i migliori stabiliscono anche il record di velocità mondiale: 314 km/h. Una cifra mostruosa per gli anni ’80, ma qualcuno non ci sta, nessuno può creare un’automobile più veloce di quanto non siano le sue: Enzo Ferrari. Nell’ultimo capitolo della sua vita, il Drake lancia il progetto Ferrari F40. La sua volontà è quella di creare un dinosauro così feroce da poter distruggere il più tecnologico dei cyborg. Una sfida fra due mondi, nel più classico duello tra passato contro futuro, disputato però a colpi di pistoni.

Una supercar da F1

A Maranello lavorano giorno e notte, stavolta ci si gioca l’onore, serve qualcosa di veramente speciale. La F40 nasce per celebrare il quarantesimo anniversario della casa, in più, oltre a battere la concorrenza tedesca e dare una lezione al cavallino di Stoccarda, è necessario produrre qualcosa che sia ancora più estremo della riuscita 288 GTO. Non è una missione semplice, così gli ingegneri della Ferrari attingono alle conoscenze apprese nel mondo della Formula 1, per trapiantare alcune fondamentali tecniche su un’auto da strada. L’ordine è categorico: partorire una supercar per uso civile che però sembri a tutti gli effetti una monoposto da F1, buona per girare tra le vie di Montecarlo o sulla pista di Monza. L’altra idea alla base è, a differenza di quanto hanno fatto i rivali di Germania, produrre un’auto nuda e cruda, pura meccanica e niente tecnologia.

Ferrari F40
Ferrari F40

Per assemblare la nuova F40 vengono adottati materiali compositi e leggeri, difficilmente visti su un’auto stradale a quell’epoca: il kevlar per il telaio, le fibre di vetro per la carrozzeria, resine aeronautiche per i serbatoi e il plexiglas per i finestrini laterali. Sulla bilancia la nuova fuoriserie del Cavallino Rampante deve ridurre al massimo i chilogrammi, perché l’unico peso da sopportare deve essere quello del possente e maestoso motore V8 turbo da 478 CV. Nell’abitacolo scompare tutto il superfluo, comprese le maniglie che sono sostituite con cinghie di stoffa. Non ci sono orpelli, né tappetini, né stereo, né tanto meno i pannelli porta. L’unica eccezione è il climatizzatore, d’altronde il calore del motore in posizione centrale potrebbe surriscaldare l’abitacolo anche nelle più fredde giornate invernali. In più i finestrini, se va bene, sono a manovella altrimenti a scorrimento laterale.

Il record della Ferrari F40

Il risultato finale fa gridare al miracolo. Il merito è della carrozzeria Pininfarina e dell’estro di Leonardo Fioravanti e Aldo Brovarone, le matite magiche che hanno disegnato una sagoma da leggenda, condiviso a pari merito con Nicola Materazzi, l’ingegnere che si è occupato del motore, del cambio e delle altre parti meccaniche. La Ferrari F40 pesa solamente 1.155 kg e straccia tutti i record. Nel 1987 il primato dell’auto più veloce del mondo torna nelle mani di Maranello, raggiungendo la soglia dei 324 km/h di velocità massima. Le camere di ogni teenager vengono invase dalle immagini dell’ultima nata del Cavallino Rampante, con buona pace di Porsche che si deve accontentare di essere la seconda scelta. Per l’ultima volta il passato batte il nuovo modo di concepire l’automobile, di immaginare una supercar. Nel lungo periodo il sentiero tracciato da Zuffenhausen sarà quello vincente, con auto sempre più tecnologiche e ricche di dispositivi per rendere la guida più facile e alla portata di tutti. La F40 è anche l’eredità spirituale di Enzo Ferrari, che lascerà questa Terra soltanto un anno dopo. Un bel regalo che dimostra la voglia di primeggiare contro tutto il mondo da parte della casa di Maranello, una rivincita verso chi dubitava che un’auto del genere potesse lasciare il segno. Chi l’ha guidata afferma che nessuna è come lei, la più grande supercar di tutti i tempi.

C’è da crederci sulla parola.

Ferrari F40

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