Automotive

I 5 modelli più iconici di Pininfarina: auto dalla bellezza eterna

La prematura scomparsa di Paolo Pininfarina riaccende i riflettori sulla storica azienda piemontese, che negli anni ha sfornato autentici capolavori su quattro ruote

Ferrari Testarossa, un mito firmato Pininfarina
Ferrari Testarossa, un mito firmato Pininfarina
Tabella dei contenuti

Il mondo dell'automobile è scosso dalla scomparsa dopo una lunga malattia di Paolo Pininfarina, 65 anni, erede della gloriosa dinastia di una delle aziende più rilevanti nella storia delle quattro ruote italiane. L'imprenditore torinese era salito al timone della società di famiglia nel 2008, dopo essere succeduto al fratello Andrea nel ruolo di presidente, anche lui scomparso prematuramente per un incidente stradale. Paolo ha portato l'attività di famiglia verso una nuova dimensione, instaurando una lunga serie di partnership di successo, con tantissime realtà operanti nei più svariati campi dell'eccellenza. Oggi, purtroppo, la storica azienda torinese perde il suo faro, fin troppo presto. Ricordando che la Pininfarina è soprattutto un patrimonio dell'automobilismo nostrano, un nome che ha fatto tremare il mondo grazie a tutte le sofisticate creazioni a motore che hanno incantato per raffinata beltà, riscopriamo 5 modelli simbolo firmati da Pininfarina.

Alfa Romeo Giulietta Spider

Alfa Romeo Giulietta Spider
Alfa Romeo Giulietta Spider del 1958

La svolta vera della Pininfarina si ha negli anni Sessanta, quando l'Alfa Romeo si affida alla carrozzeria torinese commissionandole la bellezza di 27.000 Giulietta Spider. La scoperta del Biscione divine l’auto simbolo della Dolce Vita, nonché una delle vetture più desiderate e ammirate dagli italiani. La sua linea seducente, paragonabile a quella di una diva del cinema, le conferisce l'aura di mito. Il suo motore pimpante, la trazione "al posto giusto" e le sue rifiniture curate l'hanno resa un vero oggetto di desiderio prima, e di culto adesso. Un'icona intramontabile prodotta dal 1955 al 1962 in 17.096 esemplari.

Ferrari Testarossa

Ferrari Testarossa
Sergio Pininfarina con la Ferrari Testarossa

La Ferrari Testarossa ha rappresentato il massimo del desiderabile su quattro ruote, in poche parole la macchina da sogno. Ed è stato così fin dal primo istante in cui venne svelata, in quel Salone di Parigi del 1984, durante il quale stregò tutti gli astanti per quelle linee di completa rottura con il passato, intrise di immensa forza e vigore. Perfetta sintesi di coraggio. La Ferrari Testarossa firmata Pininfarina e disegnata da Leonardo Fioravanti aveva un aspetto folle e dissacrante. Per chi era abituato alle linee tondeggianti e classiche delle rosse del passato rimase di sasso nel 1984, al cospetto di questo bolide che sfoggiava delle vistosissime griglie laterali che si perdevano nei radiatori posizionati ai lati dell'abitacolo, davanti alle ruote posteriori. Ovviamente, questa scelta nasceva da motivazioni tecniche, non solo estetiche, tuttavia lo stile riuscì a sposarsi alla funzionalità in modo eccezionale. Lo stesso discorso era valido quel posteriore così largo e imponente, dove venne alloggiato il cuore Ferrari da 5 litri e 12 cilindri a V di 180°, che esigeva uno spazio immenso. La sua presenza scenica era dirompente, tanto che fece scuola per sportività, eleganza e personalità. Tutto ciò la incorona come regina della sua edonistica decade.

Ferrari F40

Ferrari F40
Ferrari F40

Presentata a Maranello in pompa magna nel 1987, la Ferrari F40 celebra i quarant'anni dell'azienda e diventa immediatamente un'icona del suo tempo, oltre che una delle supercar più esuberanti di sempre. L'idea di Enzo Ferrari - che sarebbe scomparso poco tempo dopo il lancio di questo mitico modello - era quello di realizzare una F1 stradale. Per assemblarla vengono adottati materiali compositi e leggeri, difficilmente visti su una vettura convenzionale di quell’epoca: il kevlar per il telaio, le fibre di vetro per la carrozzeria, resine aeronautiche per i serbatoi e il plexiglas per i finestrini laterali. L’unico peso da sopportare deve essere quello del possente e maestoso motore V8 turbo da 478 CV. Nell’abitacolo scompare tutto il superfluo, comprese le maniglie che sono sostituite con cinghie di stoffa. Non ci sono orpelli, né tappetini, né stereo, né tanto meno i pannelli porta. L’unica eccezione è il climatizzatore. Il risultato finale fa gridare al miracolo e il merito è della carrozzeria Pininfarina, oltre che dell’estro di Leonardo Fioravanti e Aldo Brovarone, le matite magiche che hanno disegnato una sagoma da leggenda, condiviso a pari merito con Nicola Materazzi, l’ingegnere che si è occupato del motore, del cambio e delle altre parti meccaniche.

Lancia Gamma Coupé di Pininfarina

Lancia Gamma Coupé, guarda la gallery 2

Quando una Lancia Gamma Coupé passa per strada il primo gesto che verrebbe da compiere sarebbe quello di sfilarsi il cappello dalla testa, in segno di rispetto. Lei è stata la vera e degna erede della Aurelia B20, merito della matita ispirata del grande maestro Aldo Brovarone, della carrozzeria Pininfarina, che le ha conferito un'aura di regale sobrietà. Le sue forme semplici e lineari sono pura arte, la sua sagoma squadrata e tesa possiede una bellezza classica, senza tempo. Punta di diamante della sua raffinatezza sono la coda di rondine al posteriore e quello sguscio che sormonta l'intera fiancata. L'anima di Lancia è posseduta in questo scrigno di gemme su quattro ruote. La Gamma Coupé è una gran turismo dal sangue blu, è regale non solo nelle sue sembianze, ma anche nel suo muoversi su asfalto. Adotta lo stesso telaio della berlina, accorciato di 11 centimetri, e la trazione anteriore. Sotto al cofano si fa spazio un Boxer basso e leggero progettato dalla Lancia nelle cilindrate di 2000 e 2500 cc, con potenze che variano dai 120 ai 140 CV. Lo spazio è abbondante, i rivestimenti pregiati e raffinati, tanto che chiederle di scattare in modo barbaro sembra quasi un delitto, quindi meglio sfruttare la sua abbondante progressione e guidare in modo rilassato. Le vendite complessive della regale coupé italiana sono di 6.789 esemplari. Dalla base di questa coupé, Pininfarina dà libero sfogo alla propria fantasia e produce tre versioni differenti: una berlina a tre volumi, chiamata Gamma Scala, una spyder e una shooting brake, la Gamma Olgiata, dai connotati moderni e decisamente all'avanguardia per la sua epoca. Nessuna di quest'ultime riuscirà a superare la fase del prototipo, restando degli intriganti esercizi di stile.

Fiat 124 Sport Spider

Fiat 124 Spider, guarda la gallery 13

La "spiderina" torinese è una derivazione scicchetosa e un po' frivola della Fiat 124, pensata per chi ricerca stile e sportività, senza compromessi. L'abito creato dalla Pininfarina per la Fiat 124 Sport Spider fa scalpore al primo sguardo, perché le linee sono semplici ma scolpite, mentre il profilo è basso e la silhouette abbina in modo armonico l'eleganza con la sportività. Folgorante è la comparsa della griglia esagonale, così come piacciono le “pinne” posteriori appena accennate. Praticamente l'identikit ideale di chi desidera un'automobile affascinante ma senza dare troppo nell'occhio, con virtuosismi eccessivi. Sotto all'abito sartoriale c'è la rassicurante certezza garantita dalla meccanica Fiat, che mette tutti d'accordo con la sua trazione posteriore votata al divertimento. La grossa novità è l'adozione dello scintillante e innovativo motore "bialbero Lampredi" progettato dall'ingegnere livornese Aurelio Lampredi. Quel propulsore è un concentrato di personalità e carisma, che si tramuta nella 124 Spider in un luna park. Il millequattro da 90 CV romba come un leone nella savana, cosa che si fa apprezzare specialmente quando si guida a cielo aperto.

Davvero appetitoso.

Commenti