Sembra quasi uno di quei film distopici in cui le grandi corporazioni gestiscono ogni aspetto della nostra vita. Se eliminiamo la teoria del complotto volto a controllarci - fortunatamente siamo ancora liberi di spegnere il nostro robot aspirapolvere quando vogliamo, le aziende tech sono effettivamente presenti in ogni aspetto della nostra vita. Mentre a Las Vegas si appresta ad andare in scena la fiera tecnologica più importante al mondo, un trend si delinea dietro le quinte, quasi offuscato dagli annunci di nuovi smartphone con IA e robot per le pulizie di casa. Il trend è quello che vede le grandi aziende tech, che tutti conosciamo per i loro prodotti, pronte ad affondare fino ai gomiti in quel barattolo di miele che è il mondo dell’auto.
Pensate a Samsung, ad esempio, che al CES di Las Vegas ha annunciato un accordo con Tesla e uno con il gruppo Hyundai-Kia.
In casa è ovunque: frigorifero, lavastoviglie, lavatrice. Ci segue in salotto con le TV, in ufficio con il monitor e il computer, persino nel deserto se abbiamo uno smartphone. A breve, l’ecosistema di dispositivi connessi che Samsung ha creato (si chiama SmartThings) sarà in grado di parlare con i prodotti Tesla. Entrerà in garage interfacciandosi con auto, batterie di accumulo e wallbox, e arriverà sul tetto parlando con i pannelli solari di Tesla.
Un esempio? Sta per arrivare una tempesta: il sistema di allerta Tesla lo comunica all’app Samsung che ci proporrà di attivare il risparmio energetico sui nostri elettrodomestici così da prepararci al peggio per sopravvivere con la batteria di accumulo, almeno finché non verrà ripristinata la corrente. Se l’alleanza tra coreani e americani era quella più inaspettata, ci si chiede perché quella tra connazionali della Corea del Sud non sia arrivata prima: Samsung e Kia hanno firmato un accordo per connettere la casa all’auto e l’auto alla casa.
Lo scopo? Semplificare l’automazione: guidi verso casa e la casa sa che stai arrivando, accendendo le luci del vialetto o del garage. Nel frattempo, il robot aspirapolvere si affretta a finire le pulizie, mentre il condizionatore si attiva per farci trovare la temperatura ideale.
Restiamo in Corea con LG: l’ultimo annuncio riguarda un chip che farà da cervellone guidando le auto e gestendo l’intrattenimento di bordo. Insieme all’azienda tedesca Magna, inoltre, sta lavorando sui motori elettrici, fornendo componenti, caricabatterie di bordo e inverter.
C’è un’altra “mega corporazione” e si trova in Cina. Si chiama Xiaomi, e rappresenta già l’esempio perfetto di onnipresenza: realizza letteralmente di tutto, dai frullatori agli smartphone. Ora vuole fare anche un’automobile, la SU7, e l’intenzione del CEO è diventare uno dei 5 più grandi produttori di auto entro vent’anni. E gli americani? Non stanno certo a guardare: Intel, Qualcomm e NVIDIA sono da tempo coinvolte nell’automotive e ora tocca a AMD: la guerra si è spostata dalle schede grafiche per i videogiochi ai chip per l’intrattenimento di bordo.
Escludendo Tesla e pochi altri, che preferiscono sviluppare in casa hardware e software per le vetture, le «mega corporazioni» tech hanno ufficialmente iniziato la guerra per la conquista delle quattro ruote.
L’auto diventerà un computer, ormai è chiaro, e il CES di Las Vegas lo ha sancito eliminando ogni dubbio. Resta solo da capire se i produttori tradizionali sapranno adattarsi, evolvendosi e restando in vita, o se i modelli che vedremo fra qualche decade avranno stampato sul cofano il logo di un produttore di cellulari...
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