Primo contatto con un camper per scoprire uno stile di vita

Abbiamo provato un Etrusco T 7400 SBC lungo circa sette metri e quaranta e abbiamo vissuto due giorni alla scoperta di cosa significa approcciarsi a un mezzo del genere e a quello che è a tutti gli effetti uno stile di vita più che un'esperienza

Primo contatto con un camper per scoprire uno stile di vita
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La prima volta in camper non è una vacanza semplice, perché ha i connotati della sperimentazione. E come ogni esperimento serio, bisogna osservare più che agire, ascoltare più che parlare. Così, con l’estate che sta entrando sempre più nel vivo e un Etrusco T 7400 SBC parcheggiato sotto casa, non rimane che partire. Nessuna meta epica, niente traversata alpina con qualche strada panoramica a strapiombo. Ritiriamo il mezzo, gentilmente concesso da Assocamp, la più grande rete di rivenditori di caravan e camper in Italia per la tutela e la divulgazione della cultura del Turismo all'Aria Aperta, dallo storico e rinomato salone permanente del camper SanRocco di Varese. Il personale è attento e ci spiega nel dettaglio tutte le caratteristiche del camper, il funzionamento della cucina, del bagno, la ricarica dell'acqua, la distinzione tra bianche, grigie e nere, il wc chimico, la bombola del gas, come si apre il tendalino. Ben edotti, siamo pronti a partire. Destinazione Lago Maggiore, con la sua calma placida e la promessa di piazzole immerse nel verde.


Come viene spesso ricordato da molti esperti e come ci ha ricordato in una intervista Ester Bordino, presidente di Assocamp: viaggiare in camper non è solo una questione logistica, ma uno stile di vita. Chi ha dimestichezza in questo tipo di avventura raccomanda di non partire alla cieca. Il camper prima si prova, poi si compra. Dunque, avanti col noleggio. La scelta del mezzo si è rivelata azzeccata. L’Etrusco T 7400 SBC è lungo circa sette metri e quaranta, ha letti gemelli posteriori comodi, una dinette funzionale e tutto quello che serve per sentirsi a casa. O quasi. I primi chilometri sono stati cauti, a velocità da crociera. Sufficienti a non far urlare il motore e a mantenere i consumi nella norma. Chi pensa che i camper siano dei divoratori di carburante non li ha mai guidati con pazienza.

Camper

In prossimità dell’arrivo non rimane che fermarsi in un’area attrezzata. Ombra di tigli, allaccio elettrico, e la sensazione di avere un pezzo di mondo tutto per noi. Il tempo rallenta in camper, perché il ritmo diventa più lento. La parola d’ordine non è correre, ma relax. Si cucina, si chiacchiera e si fa la doccia con attenzione. Ogni gesto è più consapevole.
I camperisti veri lo dicono sempre: non è la meta a contare, ma l’esperienza. I giorni sul lago scorrevano tra escursioni leggere, tramonti riflessi sull’acqua e quella routine improvvisata che in fondo è la cosa più bella del mondo caravan: sei ovunque, ma non devi partire ogni volta da zero.
Ci era bastata una sola sera, mentre cucinavamo, per capire quanto fosse fondamentale la gestione degli spazi. Un disordine minimo e tutto si inceppa. Ma appena si impara la danza della convivenza – chi apre il frigo, chi passa, chi apparecchia – la vita diventa fluida.

La libertà del camper, però, ha confini. Non puoi andare ovunque. Né parcheggiare ovunque. Bisogna rispettare le regole della civile convivenza e, soprattutto, i luoghi e la natura che ci ospita. Non ci si improvvisa nomadi urbani con un furgone posteggiato davanti a una vetrina. Lo spirito vero del camperista, ci avevano detto, è quello di chi raccoglie anche i rifiuti degli altri, di chi lascia meglio di come ha trovato. Ci siamo accorti che è vero. Bastava guardare le persone intorno a noi: coppie in pensione, famiglie con bambini, qualche professionista solitario con laptop e bici pieghevole. Nessuno era lì per caso.
La notte, sul Lago Maggiore, nasconde un silenzio profondo. Solo i rumori della natura, coi suoi canti al chiarore della Luna, e le luci soffuse dell’illuminazione interna ci hanno fatto ricordare di non essere in un hotel, ma in una scatola su ruote piena di storie.
Il ritorno a casa è stato senza fretta. Nessun orologio da inseguire.

Solo la consapevolezza che il camper è molto più di un mezzo. E che prima di decidere se comprarne uno, è giusto viverlo davvero. Provare a prenderne le misure. Come si fa con un vestito che, se calza bene, dura tutta una vita.

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