Tutti pazzi per il retrofit elettrico: quando l’economia è davvero circolare

La pratica di convertire le auto nate termiche con motori elettrici e batterie piace sempre di più alle case automobilistiche, pronte a lanciare programmi di riconversione ufficiali per dare una seconda vita ai modelli già circolanti

Tutti pazzi per il retrofit elettrico: quando l’economia è davvero circolare

Perché immettere sulle strade nuovi veicoli quando è possibile estendere la loro vita utile grazie all’elettrico? L’idea, tanto semplice quanto efficace, ha preso piede quando ancora l’elettrico rappresentava una nicchia, non certo una necessità impellente ed obbligata per ridurre le emissioni climalteranti dei mezzi di trasporto. Oggi, alla luce di una crescente consapevolezza nell’utilizzo delle risorse che il nostro pianeta ci mette a disposizione, il concetto del retrofit elettrico assume un significato più profondo, una connotazione più nobile. Quella dell’auto che entra nell’economia circolare, diventandone protagonista.

Quando l’economia circola su ruote

Cosa si intenda per “economia circolare” è presto detto: è il passaggio - epocale - tra due diversi modelli di produzione. Quello tradizionale si basa sul tipico schema “estrai, produci, utilizza e butta via”, consolidatosi negli ultimi 150 anni dando per scontata la disponibilità di grandi quantità di materiali ed energia reperibili facilmente e a basso prezzo. Quello verso cui il mondo si sta dirigendo, invece, è un modello di produzione e consumo che implica un rapporto più responsabile: condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo. Il vantaggio di questa transizione è la riduzione dei rifiuti al minimo, sostituendo solamente le componenti che non funzionano più. Applicare l’economia circolare ai mezzi di trasporto significa estendere la vita stessa di mezzi già circolanti, attraverso il ricondizionamento di alcune parti meccaniche soggette a usura. I vecchi e inquinanti motori a scoppio lasciano il posto ad efficienti powertrain elettrici. E la storia può continuare a zero emissioni locali.

Retrofit elettrico: come funziona?

Per disciplinare in modo strutturato la prassi del retrofit elettrico, nel Decreto 26 luglio 2022 n. 141 è stata promulgata una norma denominata “Sistema di riqualificazione elettrica dei veicoli appartenenti alle categorie internazionali L, M ed N1” entrata in vigore il 1° ottobre 2022. Nel testo, nuove regole semplificate permettono a motocicli, auto e furgoni nati con il motore elettrico di essere riconvertiti all’elettrico e omologati sul libretto di circolazione senza la richiesta del nulla osta da parte della casa costruttrice, ma solo tramite l’aggiornamento del libretto da parte della Motorizzazione Civile, che provvederà poi a una nuova immatricolazione del veicolo. Il provvedimento prevede che le modifiche dovute all’installazione del powertrain elettrico (composto da motore, batteria e sistema di ricarica, il relativo convertitore di potenza e l’elettronica di gestione) non comportino modifiche alle “caratteristiche dimensionali e di prestazioni connesse con il sistema di riqualificazione elettrica”. Inoltre, una volta effettuata la “transizione”, viene impedita la possibilità di ripristinare il precedente powertrain.

Retrofit elettrico

I retrofit “ufficiali”

Alcune case automobilistiche, come MINI e Jaguar, già oggi propongono soluzioni di retrofit elettrico per i veicoli esistenti, anche se molto spesso si tratta solamente di kit di trasformazione destinati a un pubblico di nicchia. Altre, invece, lo hanno annunciato di recente nell’ambito dei rispettivi piani di sostenibilità. Tra queste vi è Peugeot, che nell’E-LION Day di inizio 2023 ha diffuso maggiori dettagli del percorso che porterà il brand francese di Stellantis a raggiungere il suo obiettivo di "Carbon Net Zero" entro il 2038. La casa del leone adotta un approccio di economia circolare che integra le 4R - la riparazione, la rigenerazione, il riutilizzo e il riciclaggio di auto e parti - con altre due R - il ricondizionamento dei veicoli e dei pezzi di ricambio e i programmi i retrofit per riconvertire i veicoli esistenti in auto elettriche a batteria.

Ricambi sostenibili a prezzi convenienti: la rete Stellantis già oggi mette a disposizione dei propri partner dei pezzi di ricambio “rigenerati”, certificando attraverso l’etichetta SUSTAINera che la loro produzione richieda fino alll'80% in meno di materie prime e fino al 50% in meno di energia rispetto a un pezzo equivalente senza contenuto riciclato.

Retrofit elettrico

Anche Toyota, in prima linea sull’ibrido ma ad oggi non pienamente convinta dell’adozione “all-in” dell’elettrico, ha delineato l’idea del retrofit elettrico come una delle soluzioni per ridurre il proprio impatto ambientale. A inizio anno Akio Toyoda, CEO di Toyota fino al 1° aprile 2023, giorno in cui diventerà Presidente al posto di Takeshi Uchiyamada, ha annunciato che la casa automobilistica sta progettando di trasformare le vecchie auto in veicoli con tecnologia pulita (elettrica o a idrogeno). Questo permetterà ai proprietari delle auto non elettrificate di trasformarle in veicoli ecologici, riducendo al contempo l’utilizzo di risorse (fisiche ed economiche) per produrre nuovi veicoli.

Retrofit elettrico

Duplice, infine, è la proposta di Renault: già alla fine del 2020, il colosso francese aveva annunciato il progetto RE-FACTORY, volto a trasformare lo stabilimento di Flins nel primo stabilimento europeo ad economia circolare dedicato alla mobilità con obiettivo di bilancio CO2 negativo per il 2030. Uno dei 4 centri dell’impianto francese, battezzato RE-TROFIT, si occuperà di prolungare la durata di vita dei veicoli e dei loro utilizzi, ricondizionando i veicoli usati anche attraverso la conversione dei powertrain da termici ad elettrici. La casa della losanga punta a conquistare anche i proprietari delle iconiche utilitarie Renault divenute d’epoca con l’annunci della commercializzazione di kit di retrofit elettrico per i modelli Renault 4, Renault 5 e Twingo di prima generazione.

I kit, realizzati in collaborazione con l’azienda francese R-FIT ed esposti in anteprima alla recente edizione di Rétromobile, consistono nell’eliminare il motore termico e il serbatoio del veicolo sostituendoli con un motore elettrico e una batteria capace di garantire un’autonomia di circa 80 km. Quanto costa convertire un’auto termica in un’elettrica? Per la Renault 4 con R-FIT sono necessari 17.900 euro, compresa l’installazione ed esclusi eventuali bonus e incentivi.

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