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Volkswagen Polo Harlequin: da bizzarro esperimento a successo commerciale

Nel 1995 Volkswagen lanciò la Polo Harlequin, l’auto multicolore nata dall’intuizione di Ferdinand Piech che raccolse molti più consensi di quanto la stessa casa si aspettasse

Volkswagen Polo Harlequin: da bizzarro esperimento a successo commerciale

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Se vi chiedessero di nominare una casa automobilistica celebre per i colori sgargianti dei suoi modelli, di certo Volkswagen non sarebbe tra i primi brand che vi verrebbero in mente. Eppure, se c’è un marchio che negli anni ha puntato sul colore per raccontare le proprie auto

Volkswagen Polo Harlequin
, è proprio a Wolfsburg che va cercato. Oltre un quarto di secolo fa - era il 1995 - la Volkswagen decise di lanciare sul mercato la Polo Harlequn, una serie limitata dell’utilitaria Polo verniciata con quattro diversi colori… tutti insieme nello stesso veicolo. Un bizzarro esperimento - divenuto ben presto in un inaspettato successo commerciale - che merita di essere raccontato.

VW Beetle ad that inspired the harlequin special editions of VW’s in the 1990s
by u/Warmersand55646 in vintageads

Volkswagen Polo Harlequin

In principio era il Maggiolino “multicolor”

L’idea di proporre un veicolo dalle molteplici sfaccettature cromatiche non era nuova in quel di Wolfsburg. Tutto nacque da una pubblicità del 1964 che presentava un Maggiolino colorato. Lo spot intendeva dimostrare la facilità con cui le parti dei modelli di Maggiolino di anni diversi erano intercambiabili e mostrava pannelli della carrozzeria di colori diversi su tutta l'auto. Nel 1995 il team marketing Volkswagen, marchio che all’epoca era guidato da Ferdinand Piech, decise di adottare lo stesso approccio per comunicare i quattro “pilastri” del nuovo metodo di produzione chiamato "sistema Baukasten" introdotto in concomitanza con il lancio della nuova Polo (la mk3). Si trattava di quattro elementi costitutivi: trazione, equipaggiamento, optional e colore, per rendere più facile la creazione di una Polo secondo i propri gusti. Per visualizzare questi quattro elementi, Volkswagen aveva ideato un codice colore: blu per la guida, giallo per l'equipaggiamento, rosso per gli optional e verde per i colori della vernice. L’associazione di questi pillar agli altrettanti colori di carrozzeria disponibili per la Polo (in aggiunta ai classici bianco e grigio) fece scattare nel team marketing di allora la scintilla: l'azienda creò venti Polo in questi colori per scopi promozionali durante gli eventi dei concessionari.

Le auto piacquero così tanto che Volkswagen decise di farne un modello in serie limitata a 1.000 esemplari, tutti realizzati scambiando i pannelli carrozzeria di Polo di quattro diversi colori - blu, rosso, verde e giallo. Ed è così che si arrivò alla Polo Harlequin, esplicito riferimento alla maschera di giullare della commedia dell’arte che era solita presentarsi a corte con abiti sgargianti raffiguranti proprio i quattro colori primari.

Volkswagen Polo Harlequin

Una logica cromatica ben precisa

Per realizzare le prime 1.000 Polo Harlequin, Volkswagen costruiva quattro normali Polo nei colori Blu Chagall, Giallo Ginster, Verde Pistacchio e Rosso Tornado. In seguito, i pannelli della carrozzeria venivano scambiati tra loro, assicurandosi che nessun componente avesse lo stesso colore di quello adiacente. Per scoprire di che colore fosse la vettura “donatrice” bisognava guardare alla tinta del tetto, dei montanti posteriori e dei battitacco. I clienti potevano ordinare una Polo Harlequin ma non potevano indicare una preferenza per il colore di base. Si trattava semplicemente di aspettare per vedere quale delle quattro combinazioni di colori disponibili si sarebbe ottenuta e…sperare che fosse di proprio gradimento!

Sotto i cofani multicolor batteva un motore 1.6 benzina aspirato da 99 CV mentre l’interno, uguale per tutte le combinazioni, presentava rivestimenti dei sedili con motivo a bandierine nei quattro colori, oltre a volante e pomello del cambio rivestiti in pelle blu.

Volkswagen Polo Harlequin

Il successo commerciale, la disillusione e la rinascita

La produzione iniziale, limitata come detto a 1.000 esemplari, fece il tutto esaurito nel giro di poche settimane, spingendo la Volkswagen a proseguire la produzione delle Polo Harlequin per circa tre anni. Nel 1998 si arrivò così a un totale di 3.806 unità prodotte. Spinti dal successo inaspettato della Polo Harlequin, nel 1996 i vertici di Wolfsburg diedero il disco verde alla produzione di un’edizione Harlequin della sorella maggiore Volkswagen Golf, ma solo negli Stati Uniti. Gli automobilisti americani, di per sé poco avvezzi alle auto compatte, accolsero la Golf “Arlecchino-style” molto timidamente, costringendo il costruttore a interrompere la produzione dopo soli 246 esemplari.

Volkswagen Polo Harlequin

Si dovettero attendere oltre 5 lustri per sentire parlare nuovamente di una Volkswagen Harlequin. Era il 2021, infatti, quando la filiale olandese di Volkswagen decise di rallegrare il Blue Monday dei propri concittadini svelando un esemplare unico della Polo di sesta generazione dotato della medesima livrea ispirata ad Arlecchino.

Un modello one-off nato non solo per celebrare l’anniversario dalla prima comparsa del modello ma anche per dimostrare quanta strada fosse stata fatta in termini di tecnologia, comfort e sicurezza in un quarto di secolo.

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