da Milano
Polemizza con una parte del centrosinistra, che «in nome dell'ambiente fa un ostracismo di sistema alle infrastrutture», elogia i «meriti del precedente governo» in tema di grandi opere e spiega agli alleati che «senza la Tav le nostre rotaie affondano nella neve delle Alpi». È un Antonio Di Pietro che ha spiazzato tutti quello intervenuto ieri a Grezzago (Bergamo), per l'inaugurazione dell'ampliamento a quattro corsie dell'A4 Milano-Bergamo tra Cavenago e Trezzo. Segnando un solco indelebile tra l'Italia dei valori e quei partiti del centrosinistra che da anni si battono contro l'Alta velocità e le grandi opere. «Questo ministero - ha tuonato Di Pietro - vuole dialogare per costruire le opere, non per impedirle. Lo dico a quella parte della mia coalizione che in nome dell'ambiente fa un ostracismo di sistema nei confronti delle infrastrutture. Chi lavora per non realizzare i collegamenti agisce contro il Paese. E gli interventi non possono essere limitati a singole tratte, ma pensati nel loro complesso, altrimenti strade e rotaie finiscono nei campi di grano. O nel caso della Val di Susa e della Tav affondano nella neve delle Alpi. Sulle infrastrutture ci giochiamo il rilancio economico e la credibilità del Paese ed è inaccettabile che a fermarci siano ragioni politiche di nicchia».
Ecco perché, ha annunciato Di Pietro, «continueremo da dove ha lasciato il precedente governo, cui attribuisco grandi meriti per avere messo in cantiere dei progetti che noi porteremo a termine. Paradossalmente l'essere di coalizioni diverse giova a entrambi. In Lombardia, per l'ampliamento dell'A4, la Regione è riuscita a raggiungere accordi con gli enti locali di centrodestra e il mio ministero con quelli di centrosinistra».
Il progetto del ministro ha un nome: «Federalismo responsabile». «Ci stiamo avviando a esso - ha spiegato - anche con le infrastrutture. Per il passante di Mestre, per esempio, stiamo definendo un accordo: se si realizzeranno profitti extra, gli investimenti dovranno essere utilizzati per il territorio del Veneto. Un rapporto altrettanto costruttivo ho avuto con Fiorello Provera, presidente della Provincia di Sondrio, insieme a cui ho definito una lista di priorità per la Valtellina. Oggi con l'A4 un altro passettino è stato fatto». E che la sintonia con il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, sia reale, lo dimostrano anche le parole del ministro su Malpensa, «una realtà che funziona e va portata a regime. Il salvataggio di Alitalia non deve incidere sulla funzionalità dell'hub».
Ma la prima uscita post-natalizia di Di Pietro è stata segnata anche dalle polemiche. I Verdi non hanno gradito le sue esternazioni, come ha sottolineato il capogruppo alla Camera, Angelo Bonelli, per il quale il ministro «parla come Lunardi». E Alfonso Pecoraro Scanio, leader del partito e ministro dellAmbiente, ha rincarato la dose: «Voglio sperare che Di Pietro non si riferisca a noi. Se così fosse, dovrebbe rettificare. È un attacco inaccettabile. Di Pietro parla come uno dell'opposizione e infatti raccoglie gli applausi di Forza Italia e Lega». Chiamato in causa dai Verdi, lex ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi spiega che «Di Pietro ha detto quanto da mesi la Casa delle Libertà va ripetendo: cè un assurdo e inconcepibile patto di potere che produce solo danni irreversibili per la crescita e lo sviluppo del Paese».
Intanto un appello ai leader del centrosinistra perché si pronuncino sulla Tav è giunto ieri dal sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, che ha polemizzato con le dichiarazioni apparse sul quotidiano La Stampa di Pecoraro Scanio, per il quale occorre «una pausa di riflessione di cinque anni per il tunnel del Venaus».
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