da Milano
Autostrade, il braccio di ferro continua: e anche se Gilberto Benetton si dice fiducioso «più di sei mesi fa» del dialogo con le istituzioni, Di Pietro non cambia idea: «Contento lui, contenti tutti. Ma deve portare tre miliardi di investimenti». Benetton «è debitore, non creditore, e tutte le mattine incassa il pedaggio. È una ingiustizia che si deve riparare», ribadisce il ministro delle Infrastrutture. E ai cronisti che gli ricordano le difficoltà burocratiche e amministrative lamentate da Autostrade, il ministro replica: «Ammesso che sia vero, perché chiedono laumento del pedaggio per opere non realizzate?». Sullo sfondo, resta infatti il contenzioso tra governo italiano e Ue a proposito della mancata fusione tra Autostrade e la spagnola Abertis, resa impossibile - sostengono le società - dal cambio in corsa delle regole sulle concessioni.
Una normativa contro cui Autostrade e le altre concessionarie hanno presentato ricorsi contro il governo, insieme a quelli contro il taglio alle richieste di aumenti tariffari. «Noi siamo assistiti dallEuropa - ha spiegato Benetton ai giornalisti, al termine dellassemblea del gruppo a Ponzano Veneto - quindi la nostra speranza è là. La società Autostrade sta parlando sempre con il ministero e lAnas. Da quanto si sa, Palazzo Chigi sembra stia scrivendo all'Europa riproponendo la cosa, rivedendo le posizioni. Siamo fiduciosi», ha ribadito il presidente di Edizione Holding.
Di lì a poco, la replica del ministro Di Pietro: «Fino a quando sarò al ministero la posizione sarà sempre la stessa: non mi interessa il colore del passaporto ma la credibilità finanziaria e imprenditoriale e soprattutto, gli investimenti che intende realizzare».
Il ministro delle Infrastrutture non sembra preoccupato della possibilità che il contenzioso con Bruxelles si concluda con una sanzione: e non entra neppure nel merito di quanto deciso sullargomento nellincontro di martedì scorso con il premier Romano Prodi.
A Piazza Affari il titolo Autostrade, penalizzato a inizio giornata dalla riduzione del target price da 22,8 a 19,2 euro da parte di Crédit Suisse, ha poi recuperato terreno, chiudendo in rialzo dello 0,51%.