Per averli bastano 250 euro e soldi sempre disponibili

Se si guarda ai soli rendimenti, quelli ottenibili da un buono fruttifero postale (Bfp) indicizzato all’inflazione italiana risultano tendenzialmente inferiori a quelli dei «Btp anti inflazione». Infatti nei tre anni il buono postale paga uno 0,4% annuo al netto dell’inflazione italiana, nei 5 anni lo 0,85% e l’1,1% sui 10 anni.
È, però, importante precisare che i Bfp sono indicizzati ai prezzi al consumo italiani e quindi permettono ai risparmiatori di difendere i risparmi dal carovita del nostro Paese fino a 10 anni. I Btpei sono invece legati all’inflazione europea che negli ultimi 12 anni si è attestata su livelli in media inferiori a quelli registrati nella Penisola. Ma i buoni postali hanno anche altri punti di forza. A cominciare dal taglio minimo per l’investimento (pari a 250 euro per il Bfp; 1.000 euro per il Btpei), per passare ai costi di acquisto (del tutto assenti in Posta ma che per la compravendita di titoli di Stato in banca può arrivare allo 0,5% di quanto investito) e al deposito titoli (non necessario per i Bfp ma sempre richiesto per Bot e Btp con costi fino a 40 euro al semestre). Ma l’aspetto più gradito dei buoni postali è nella possibilità di vendita anticipata prima della scadenza con la certezza di riavere sempre almeno il capitale nominale investito e, a partire da diciottesimo mese, anche gli interesse maturati.
Nel caso, invece, dei Btp gli interessi (sotto forma di cedole) sono ogni sei mesi ma il capitale nominale è garantito solamente alla scadenza: in caso di vendita anticipata non solo occorre mettere in conto i costi dell’intermediario per l’operazione ma anche che il prezzo di mercato del titolo potrebbe risultare sensibilmente inferiore al nominale dal momento che risentirà dell’andamento dei tassi di interesse e della sua vita residua.
Pertanto, nel caso in cui ci si trovi nella necessità di vendere anzitempo, per esempio dopo cinque anni, chi ha comprato un Bpf indicizzato all’inflazione avrebbe la garanzia della restituzione del capitale, maggiorato del tasso di inflazione e di un rendimento netto dello 0,5% su base annua.

Al contrario chi ha puntato sul Btpei non avrebbe alcuna certezza, in quanto il valore di mercato del prodotto dipenderà dall’andamento dei tassi di interesse, dalla durata residua del titolo (altri cinque anni) e dall’andamento del caro-vita.

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