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«Avevo abortito, ho preso quel bebè per dare un figlio al mio compagno»

SalernoIl testimone chiave che nella notte di lunedì ha messo gli investigatori sulla pista giusta è un insegnante, Paolo Balestrazzi, 52 anni, ex vicino di casa di Annarita Buonocore, 42 anni, l’infermiera dell’ospedale Cardarelli di Napoli, che nel pomeriggio aveva «rubato» un neonato, Luca Cioffi, dalla culla dell’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore (Salerno). Se il caso è stato risolto nell’arco di dieci ore, il merito è anche suo. Quando il sequestro di Luca era stato solo da pochi minuti consumato nella camera «rosa» del reparto di ostetricia e ginecologia, sotto gli occhi della mamma del bimbo, Annalisa Fortunato, 35 anni, e della sorella gemella Lucia, il docente si era incrociato casualmente con la Buonocore. «Avevo accompagnato mia moglie in ospedale quando ho visto una donna che mi è sembrato di riconoscere perché aveva vissuto nel mio palazzo». Poi, il racconto agli investigatori del testimone è proseguito con la descrizione della donna: «Indossava un camice bianco da infermiera. L’ho vista passeggiare nel reparto di pediatria. Più tardi mi sono accorto che aveva in braccio un bambino».
La svolta è arrivata in serata quando, intorno alle 20, la moglie di Balestrazzi ha telefonato al marito a scuola. «Mi ha detto che alla tv avevano dato la notizia che un neonato era stato rapito all’ospedale, ho fatto mente locale e mi sono detto, forse ho assistito a un rapimento». Il prof ha avvertito un amico della Polstrada di Salerno. In pochi minuti, il docente, la moglie e il poliziotto erano in Commissariato. È quando gli hanno mostrato l’identikit Balestrazzi non ha avuto dubbi: «Sì, è lei». Meno di un’ora dopo il piccolo Luca era sull’ambulanza verso l’ospedale. Un tifo da stadio ha accolto l’arrivo dei poliziotti, guidati dal dirigente del commissariato di Nocera Inferiore, Raffaele Monda, e dal capo della Squadra mobile di Salerno, Carmine Soriente. Ma, ha precisato il procuratore di Nocera Inferiore, Gianfranco Izzo, «ha funzionato il coordinamento tra tutte le forze, polizia, carabinieri, anche la polizia locale». Soddisfatto, il questore Vincenzo Roca spiega i dettagli del blitz: «Non conoscevamo le condizioni mentali della signora e le reazioni. Siamo entrati nell’appartamento, situato al settimo piano, attraverso il balcone e la porta d’ingresso». Annarita era in camera da letto con il bambino, si è lasciata docilmente arrestare. La Buonocore era da tempo in aspettativa dall’ospedale Cardarelli. Si dice che soffra di problemi psichici. Sognava una nuova maternità l’infermiera, dopo due figlie voleva anche un bambino. Nei due minuti in cui è rimasta nella camera «rosa» con la mamma di Luca e la sorella, ne ha parlato anche con loro. «Se lo trovo bello e fatto me lo porto via», ha detto senza destare sospetti nelle due donne. Quel desiderio poi trasformatosi in follia, ha fatto scattare nella sua mente l’idea del rapimento di un bimbo. «Ieri sono andata in ospedale alla ricerca di un bambino. È stata la prima volta, gli altri giorni non l’ho fatto. Ho scelto un bambino a caso, il primo che ho visto», ha confessato. Addirittura l’infermiera ha finto di avere una gravidanza con il suo amante. Anche dopo un aborto spontaneo, nascosto al suo uomo, ha continuato a fingere di essere in dolce attesa. È il compagno che conferma: «Non mi sono mai accorto che la sua gravidanza fosse inventata, sono stato a casa sua poche volte. E l’altro ieri mi ha presentato il piccolo come nostro figlio». La donna ha comunicato poi al compagno di avergli dato il suo nome. Alla polizia dopo l’arresto ha detto: «Volevo solo tenerlo un po' con me per coccolarlo. Domani lo avrei riportato ai familiari». Parole di pietà umana sono state rivolte dai genitori di Luca, nei confronti dell’infermiera. «Non la odio, la perdono, ma da questa storia ho capito che non bisogna fidarsi di nessuno» dice Annalisa.

«Quella donna - continua il marito Fabio - è una povera anima, pensiamo anche a lei, preghiamo anche per lei».

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