Roma

Aviaria: nessun caso, ma è quasi psicosi

Patricia Tagliaferri

La parola d’ordine è evitare la psicosi. Ma la paura, quella c’è. E si vede. Le segnalazioni dei cittadini che, spaventati alla vista di qualche uccello morto in strada, telefonano agli appositi numeri verdi, si moltiplicano. E anche se nel Lazio, come ha ripetuto il presidente della Regione Piero Marrazzo, non sono stati registrati casi di influenza aviaria sui volatili, lo stato di vigilanza è stato innalzato.
«Teniamo basso l’allarmismo - tranquillizza però Marrazzo - i cittadini devono sentirsi protetti e seguiti». Certo è che assistere alla rimozione di qualche animale morto sul marciapiede della tua città, con gli addetti ai lavori dotati di mascherine e guanti bianchi, fa ben altro effetto che vederlo in tv. Come ieri in via Nazionale, dove una quarantina di passeracei sono stati trovati senza vita e portati via dagli uomini del servizio veterinario della Regione Lazio e della Protezione civile. «Per ogni animale morto - spiega Marrazzo - siamo in grado, attraverso il coordinamento dell’unità di crisi convocata permanentemente, di prelevarlo secondo una determinata procedura, portarlo nel luogo deputato alle analisi e nel caso informare l’opinione pubblica». Il presidente della Regione ha annunciato inoltre di aver costruito una stretta rete di collegamento con gli enti locali e le prefetture. Tra i vari interventi di ieri, quello per rimuovere un’anatra trovata morta in un tratto del Raccordo, dodici piccioni, due merli, due cornacchie e altri quattordici volatili segnalati tra piazza Venezia e il quartiere Prati. Per tutti la stessa trafila, le analisi e l’attesa dei risultati. Falsi allarmi anche a Ladispoli, Cerveteri e Monterosi.
Anche se ancora non sono stati segnalati casi di diffusione del virus nel Comune di Roma, l’amministrazione ha deciso di rafforzare i consueti controlli nei mercati e nei supermercati. Gli ispettori annonari e la municipale verificheranno con maggiore frequenza le condizioni di vendita e le etichettature dei pollami. La Pisana, invece, ha predisposto un vademecum contro l’aviaria per mettere in guardia i cittadini e spiegare loro cosa fare in caso si trovino in presenza di volatili morti. Prima indicazione da seguire, quella di non toccare per nessun motivo gli uccelli trovati senza vita o in stato di difficoltà. In questo caso è necessario chiamare subito i numeri verdi e lavarsi le mani. «È un testo preparato per tutti i numeri deputati a rispondere ai cittadini - spiega il presidente Marrazzo - stiamo mandando un’ordinanza informativa a tutti i comuni e alle province della regione per trovare altri modi per informare i cittadini». Il vademecum ricorda anche che è buona norma consumare la carne di pollame ben cotta e di tenerla il meno possibile a temperatura ambiente prima di metterla in frigorifero. «Non c’è alcun pericolo nel mangiare il pollame - rassicura Marrazzo - i prodotti sul mercato sono sicuri perché sottoposti a rigorosi controlli lungo tutta la filiera, dall’allevamento alla distribuzione». Anche gli operatori hanno un loro vademecum che stabilisce, in caso di ritrovamento di animali morti, di indossare una tuta di protezione, calzari, guanti, maschera ed occhiali protettivi, prima di inserire la carcassa in un doppio involucro di plastica e trasportarlo alla sezione competente dell’istituto zooprofilattico regionale. Nel caso in cui si rinvengano volatili selvatici (anatre, cigni, oche e gabbiani) bisognerà invece avvisare subito il servizio veterinario o la sala operativa regionale della Protezione civile evitando il contatto di eventuali passanti.


Il coordinamento dell’Enpa per il Lazio sottolinea che «l’H5N1 è un ceppo influenzale che colpisce in prima istanza gli animali e non è facile il contagio con gli esseri umani» e invita ad evitare la psicosi collettiva.

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