Non avendo visto Buen camino, il film del momento, abbiamo tutte le carte in regola per discuterne. Ma Checco Zalone, nell'emisfero politico italiano, da che parte sta?
La cosa in realtà ci era indifferente, ma poi ieri abbiamo letto il tweet di Matteo Renzi (lui sì perfetto per un cinepanettone): «Il tentativo della destra meloniana di intestarsi persino Checco Zalone scagliandolo contro l'opposizione è imbarazzante. Ma almeno a Natale si potrà ridere con Zalone senza che un film diventi l'ossessione dei Fratelli d'Italia?». Un commento che ci ha fatto ridere più del film che non abbiamo visto.
Comunque. È da sempre che spettatori e politici si dividono su Zalone (nel 2020 Giorgia Meloni aveva applaudito Tolo tolo, per dire). Da sinistra ti dicono che i suoi personaggi irridono il fenotipo dell'uomo di destra: omofobo, razzista, ignorante, col macchinone e le babbucce di Briatore. Da destra ti spiegano che i suoi personaggi sono la caricatura dell'uomo di sinistra: falso, ipocrita, arrogante, fissato col linguaggio corretto e il teatro di ricerca. E non sappiamo cosa sia peggio.
Vabbè.
Per una volta che arriva in sala un film italiano senza Elio Germano, una Rohrwacher o Luca Marinelli e fa pure incassi record godetevelo.A noi Checco Zalone non faceva ridere quando lo elogiava la Meloni; figurati oggi quando - sempre in ritardo - lo fa Renzi.