È un ultimo miglio segnato dalla consueta tensione quello che ieri ha vissuto la legge di Bilancio 2026 nell'aula di Montecitorio. Dopo il via libera di Palazzo Madama, domenica il testo blindato è approdato alla Camera con il governo che ha subito posto la fiducia sull'articolo 1: fiducia che ha incassato nella serata di ieri uno scontato via libera. La procedura ha fatto scattare le inevitabili critiche delle opposizioni che accusano l'esecutivo di aver trasformato il Parlamento in un "passacarte". Nella mattinata di oggi è atteso il voto finale, con il governo impegnato in una corsa contro il tempo per evitare l'esercizio provvisorio. La manovra vale complessivamente circa 22 miliardi, un pacchetto di risorse piuttosto "snello" ma inevitabilmente condizionato dall'onere di spese pregresse, in particolare dal peso del Superbonus ereditato dal governo guidato da Giuseppe Conte, la cui spesa per il 2026 è valutata intorno ai 40 miliardi: una cifra pari a quasi il doppio della manovra stessa.
Nelle dichiarazioni di voto, il centrodestra ha rivendicato con forza i contenuti del provvedimento. Per Roberto Pella, relatore della manovra, il testo poggia su "fondamenta solide" e consentirà all'Italia di conquistare ulteriore fiducia sui mercati. "Questa manovra rafforza gli strumenti di sostegno alle famiglie, con oltre 1,5 miliardi, introduce una chiara riduzione della pressione fiscale, accompagnata da una riforma Irpef equa e sostenibile. Metteremo oltre 1,5 miliardi in più nelle buste paga grazie all'abbattimento fiscale di rinnovo contratti, premi produttività, straordinari e aumento della base dei fringe benefit. E ancora 2,3 miliardi come credito d'imposta per le imprese nelle aree Zes e al Sud, 1,3 miliardi per Industria 4.0: sono misure che sostengono chi produce e rafforzano il sistema economico nella sua interezza". E l'azzurro Raffaele Nevi ha aggiunto che "questa manovra è l'opposto di quella che si approva in genere in Italia dove la prassi è il 'tassa e spendi'". Anche la Lega ha portato in Aula le proprie istanze, presentando ordini del giorno sulla sospensione dell'aumento dell'età pensionabile legata all'aspettativa di vita e rilanciando la flat tax per i giovani under 30. Richieste considerate strategiche e sensibili dal Carroccio su cui il ministro Giancarlo Giorgetti (nella foto) tiene aperto uno spiraglio. Sulla sospensione dell'età pensionabile "vedremo durante il 2026". "Una cosa forse non si è capita", ha proseguito il ministro, "noi siamo intervenuti per ridurre l'aumento, perché automaticamente aumentava di tre mesi dal 2027. Abbiamo dovuto coprirlo con più di un miliardo". In ogni caso io sono "favorevole chiaramente, come ogni ordine del giorno che si rispetti".
Con la fiducia incassata e una tabella di marcia ormai definita, il governo si avvia dunque a chiudere il capitolo più delicato dell'anno parlamentare.
Un traguardo tagliato senza strappi istituzionali e coerente con l'obiettivo dichiarato dallo stesso ministro Giorgetti di rimettere ordine nei conti pubblici, rafforzare la fiducia di mercati e investitori e la credibilità internazionale e gettare fondamenta solide per affrontare le sfide economiche dei prossimi mesi.