Un raid nella notte tra domenica e lunedì: devastata la sede nissena di Confindustria, proprio il luogo da cui era partito lappello del primo settembre scorso: «Via da Confindustria chi paga il pizzo». Non è una coincidenza, proprio come il fatto che a Gela, in provincia di Caltanissetta, sono almeno 80 gli imprenditori che hanno denunciato il pizzo. La notizia è arrivata proprio mentre il ministro Mastella si trovava a Gela per un incontro con i vertici della Procura e sosteneva che la fiction «Il capo dei capi» andrebbe fermata. È toccato al procuratore generale di Caltanissetta, Giuseppe Barcellona sottolineare al ministro la gravità del momento e che «la devastazione della sede di Confindustria di Caltanissetta è un attacco allo Stato, riporta al 1992 e non vorrei che debba scorrere altro sangue per sensibilizzare le istituzioni». Tante le solidarietà immediate mentre Gianpiero DAlia dellUdc ha proposto linserimento in finanziaria di sgravi fiscali per chi denuncia il pizzo. In serata il presidente di Confindustria Sicilia è stato messo sotto scorta.
E da Montezemolo e i vertici di viale dellAstronomia è arrivata la conferma della linea dura: «Espulsione per gli imprenditori dei quali sia provata la collusione con la mafia».
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