Con le azalee le regole anti cancro per lei

Un’azalea e un ricettario per la salute. L'offerta dell’Airc, che compie venticinque anni di attività, si arricchisce. Acquistando una pianta fiorita oggi, festa della mamma, si ottengono due risultati: aiutare la ricerca sul cancro e ottenere un prezioso opuscolo da consultare partendo dal nome dell’organo che si vuole proteggere: seno, endometrio, utero, ovaio. Quest’anno c’è di più: sul sito dell’Associazione italiana ricerca per il cancro, è disponibile una guida interattiva che segue lo schema della pubblicazione con tanti ricchi approfondimenti. (www.airc.it/prevenzionedonna.aspicer).
Insomma, ci sono tanti buoni motivi per supportare l’Airc. E gli italiani lo sanno. Nel 2008, per esempio, la ricerca oncologica ha raccolto quasi 10 milioni di euro. E questo grazie alla generosità della gente e la buona volontà dei 20mila volontari che oggi venderanno 700mila piante in tremila piazze italiane con l’obiettivo di raccogliere 9 milioni di euro. Quest’anno, inoltre, i volontari saranno affiancati dalle donne e dagli uomini della Protezione civile. Una presenza che ha anche lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di questa iniziativa. Del resto l’attività dell’Airc, in un quarto di secolo è cresciuta accanto alla consapevolezza delle donne italiane. Oggi sono più attente al proprio corpo, alle sue necessità e alla cura che bisogna averne. Basti pensare che 25 anni fa il cancro del collo dell’utero (un tumore oggi prevenibile nella quasi totalità dei casi con il Pap test e con il vaccino anti Hpv) colpiva 15 donne ogni 100.000, oggi dieci (e il dato potrebbe scendere ancora se si diffondesse di più la pratica dello screening).
Per non parlare del cancro del seno: se i dati lo segnalano in lieve aumento, indicano anche la sempre maggior diffusione della diagnosi precoce e la crescita del numero di guarigioni, grazie alla maggiore consapevolezza delle donne e all’utilizzo di strumenti come la mammografia e la visita senologica. L’aumento di tumori mammari, del resto, è legato alle profonde modificazioni nella vita riproduttiva femminile. Oggi le donne fanno figli in età avanzata e li allattano per breve tempo. Questo non consente la completa maturazione della ghiandola mammaria che, come tutti gli organi, tanto più svolge il suo compito, tanto più rimane sana. Riducendosi la sua attività è più facile che le cellule vadano incontro a una trasformazione maligna.
La ricerca dunque non si è fermata: mentre le piantine di azalea crescevano, la rivoluzione della genomica ha cambiato la faccia dell’oncologia. Oggi sappiamo che sono i geni i responsabili della trasformazione tumorale della cellula e gli scienziati sono impegnati a identificare quelli responsabili dei diversi tumori, con lo scopo di creare nuovi farmaci centrati sul bersaglio. Infine anche nel mondo medico si applicano terapie meno invasive possibili, specie nel campo dei tumori femminili.

In questo quarto di secolo hanno preso piede gli interventi conservativi per il cancro del seno (come la quadrantectomia) e per il cancro della cervice uterina (la cosiddetta conizzazione, che permette alle donne che si sono ammalate di poter avere figli).

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