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Ryanair rischia una super multa da un miliardo: ecco perché

Le accuse a Ryanair da parte dell'antitrust italiano riguardano un presunto abuso di posizione dominante: ecco perché e la secca risposta della compagnia low-cost irlandese che parla di "grave mistificazione dei fatti"

Ryanair rischia una super multa da un miliardo: ecco perché
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La più importante low-cost europea, Ryanair, rischierebbe una super multa per abuso di posizione dominante dall'Autorità Garante della Concorrenza e Mercato (Agcm) italiano. Le cifre dell'eventuale sanzione le ha riferite il Corriere che parla di una somma compresa tra 500 milioni e il miliardo di euro.

Cosa è successo

"Abbiamo documentato che, dopo aver sottoscritto l'accordo, Ryanair non sta rispettando il principio di parità tariffaria: le tariffe più basse sono riservate alla vendita esclusiva sul sito web del vettore, rendendole di fatto indisponibili tramite il canale Travel Agent Direct destinato alle agenzie": ad affermarlo è stato Giuseppe Ciminnisi, il presidente di Fiavet (Federazione Italiana Associazioni Imprese Viaggi e Turismo) Confcommercio in audizione presso l'antitrust italiano per un aggiornamento sulle recenti condotte di Ryanair che, secondo la Federazione, violano gli accordi sottoscritti e comunque costituiscono condotte anticoncorrenziali.

Quali sono le accuse

Tutto è nato nel 2023, quindi ormai due anni fa, in un procedimento aperto contro Ryanair relativo al "blocco" delle prenotazioni intermediate in agenzia di viaggio e alle comunicazioni inviate dal vettore ai clienti in cui disconosceva il rapporto commerciale con le stesse agenzie. Come appreso, Fiavet Confcommercio oltre ad aver avviato un giudizio per concorrenza sleale e pubblicità ingannevole al Tribunale di Milano, era intervenuta anche nel procedimento davanti all'Agcm, "un procedimento che pur a fronte della firma degli accordi Tad (Travel Agent Direct), era proseguito mentre l'istruttoria è stata chiusa lo scorso 8 ottobre". Nonostante questi accordi, Fiaver ha chiesto un nuovo intervento dell'antitrust perché non sarebbe stato rispetto il "parity rate" (ossia parità tariffaria).

Il quotidiano ha poi aggiunto ulteriori dettagli sull'eventuale concorrenza sleale da parte della compagnia irlandese che riguarderebbe principalmente due aspetti: la cosiddetta "verifica facciale" che sarebbe stata imposta ai passeggeri che comprano i biglietti aerei con le agenzie online ma anche un sistema di blocco automatico delle prenotazioni che viene considerato "anomalo" oltre ai contratti di distribuzione con le agenzie di viaggio che l'antitrust avrebbe definito "squilibrati". Il tal modo, secondo le accuse, Ryanair avrebbe dunque spinto i propri consumatori ad acquistare dai propri canali ufficiali limitando il confronto con le tariffe delle altre compagnie per poter poi scegliere le opzioni migliori.

La difesa di Ryanair

Dal canto suo, la compagnia di Michael O'Leary rimanda le accuse al mittente spiegando che non è vero che sono state inseriti prezzi più bassi ma promozionali. Fiavet Confcommercio, però, ha respinto fermamente questa tesi. "Le tariffe promozionali sono tariffe scontate legate a disponibilità limitate e offerte per un periodo ridotto di tempo", fa sapere l'avvocato Federico Lucarelli, consulente legale di Fiavet Confcommercio. Il procedimento, adesso, è in attesa della decisione definitiva dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.

Ryanair, poi, ha spiegato che i suoi metodi di identità e i blocchi delle prenotazioni sono "strumenti di sicurezza e contrasto alle frodi, non barriere anticoncorrenziali", specificando anche che non esiste nessuna regola Ue che impone di prendere accordi con le agenzie di viaggio online e che il proprio modello di vendita diretta si basa sui prezzi più bassi che si trovano sul mercato. La compagnia irlandese, dunque, è anch'essa sul piede di guerra e ha parlato di una "grave mistificazione dei fatti" alludendo all'istruttoria dell'Agcm.

La decisione finale, però, ancora non c'è e lo ha sottolineato al Corriere una portavoce di Ryanair spiegando che, in questa fase, "sarebbe inappropriato per noi commentare".

In ogni caso, qualora questa indagine andasse avanti e se la compagnia irlandese subisse una multa, "la società potrebbe incorrere in una decisione che accerti un abuso di posizione dominante e, potenzialmente, in una sanzione, che impugnerebbe davanti ai tribunali".

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