Massimo Restelli
da Milano
Lindustria del risparmio gestito è frazionata e in genere mal posizionata sul mercato ma rappresenta unimportante leva di sviluppo per le piccole e medie imprese del Paese. Il presidente di Azimut, Pietro Giuliani, capovolge i termini del ragionamento che potrebbe portare a un inasprimento fiscale sulle rendite finanziarie (dal 12,5% al 20% nella proposta dellUnione). «È un colpo molto duro per il sistema Fondi perché scoraggia linvestimento», sintetizza Giuliani. Il pericolo maggiore è tuttavia permettere che i capitali italiani siano affidati a gestori esteri che tenderanno a privilegiare le economie dei Paesi in cui operano - prosegue il top manager - rilanciando Azimut, una delle poche Sgr indipendenti in Italia, come polo aggregante di quanti vogliono restare nella Penisola. Riassetto che Giuliani auspica si possa accompagnare sia alla nascita di «ununica autorità di controllo» sia alla fusione delle due associazioni di categoria, Assogestioni (di cui ieri si è tenuta lassemblea annuale) e Assoreti «così da creare una realtà capace di influire davvero nel processo legislativo».
Quali saranno i riflessi del consolidamento bancario?
«I tempi non sono maturi ma in prospettiva si formeranno 2-3 grandi poli. Ricordo qui un unico dato: luniverso Fondi a gennaio e febbraio ha accusato una raccolta negativa di 2 miliardi, Azimut è cresciuta di 500 milioni. La raccolta positiva è conseguenza dei buoni rendimenti realizzati dai clienti negli anni passati. A differenza della gran parte del sistema, appesantito dalle obbligazioni, Azimut ha un portafoglio equilibrato».
E gli annunciati propositi di crescita di Azimut?
«Siamo aperti a valutare acquisizioni o joint venture sia di maggioranza sia di minoranza. La dimensione non è un problema in 4 anni il gruppo ha digerito i 300 milioni di debiti contratti per staccarsi da Bipop. Personalmente ritenevo un obiettivo possibile anche lasset management Sanpaolo ora confluito nella Eurizon di Mario Greco».
Come vanno i conti?
«Il trimestre va molto bene».
Ci sarà il buy back?
«Il cda ha ritoccato al rialzo la forchetta di prezzo fino a 12 euro. Ora la parola spetta allassemblea di aprile».
Perché questa levata di scudi verso il fisco?
«Il problema non è la tassazione ma capire se sia strategico che lindustria del risparmio investa in Italia o allestero. I fondi sono un nano politico ma si dimentica che rappresentano una leva di sviluppo per le pmi, la spina dorsale del Paese.
E la concorrenza degli Etf?
«Sono un semilavorato, è come se si scegliesse di risparmiare sullauto comprando un kit di montaggio».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.