Aznar, Bolton e Nirenstein, un premio per il Medio Oriente

Un premio a chi svolge un ruolo responsabile nel diffondere un’informazione corretta su Medio Oriente e Israele. Si chiama «Emet Award» (Emet in ebraico vuol dire verità) e viene conferito da una prestigiosa associazione statunitense, la Camera (Committee for Accuracy in Middle East Reporting in America). La Camera (associazione che non prende posizioni politiche sul conflitto arabo-israeliano) è stata fondata nel 1982 e da allora monitora l’oggettività delle informazioni e il ruolo dei media mondiali nel formare un quadro che non mistifichi la situazione mediorientale. E per la prima volta consegnerà il suo riconoscimento anche a un’italiana: la vicepresidente della Commissione Affari Esteri e Comunitari della Camera, Fiamma Nirenstein. La Nirenstein ha vinto l’edizione 2011 insieme all’ex premier spagnolo José Maria Aznar e all’ex ambasciatore Usa all’Onu John Bolton.
«Un riconoscimento non solo a me, ma anche alla politica delle istituzioni italiane». Così il deputato del Pdl definisce il premio che le sarà assegnato a New York domenica prossima. E il riconoscimento ai tre premiati si estende anche all’associazione internazionale «Amici di Israele», di cui sono tra i fondatori, che dall’estate 2010 si pone l’obiettivo di «contrastare gli sforzi di delegittimare lo Stato di Israele e di minare il suo diritto di vivere in pace e in sicurezza». «Ognuno di noi tre nel proprio campo - ha detto ancora Nirenstein - ha operato per ripristinare la verità su Israele che è un Paese come tutti gli altri e che invece, a differenza degli altri, è attaccato ingiustamente.

La prova più evidente di questi giorni è la ritrattazione da parte del giudice Onu Richard Goldstone del suo rapporto su “Piombo Fuso” e le presunte responsabilità israeliane durante l’operazione. Vorrei ricordare che l’Italia votò contro, in sede Onu, le conclusioni di quel rapporto e questo dimostra la serietà della politica estera italiana».

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