Azzurri in calo tra astensione e faide interne

Il tradimento, forse, brucia ancora di più. Perché una cosa è un risultato tiepido in una regione qualunque, altro in una roccaforte del centrodestra qual è sempre stata la Sicilia. E invece questa volta, la mitica Sicilia del 61 a zero del 2001 è stata una delusione. Sì, perché il combinato disposto tra un forte astensionismo - ha votato solo il 49,7%, contro il 60,3 del 2004, tanto che i seggi assegnati sono scesi da otto a sei - e la guerra interna al partito, o meglio tra gli ex di Forza Italia esplosa con la crisi della giunta regionale aperta dal governatore Raffaele Lombardo, ha avuto un unico effetto: Pdl al 36,4%, quasi dieci punti in meno - era al 45,9 - delle Politiche 2008.
Non una sconfitta, il Pdl resta comunque il primo partito, e se il raffronto si fa con le Europee 2004, la percentuale è pure cresciuta. Ma il segnale di malessere, c’è. Del resto, le premesse perché questa volta fosse diversa da tutte le altre c’erano. Troppo tesa l’atmosfera dopo lo strappo di Lombardo, troppo agitate le acque tra il coordinatore regionale del Pdl Giuseppe Castiglione (che fa capo all’asse Alfano-Schifani) e il leader dei «ribelli» azzurri siciliani, il sottosegretario Gianfranco Miccichè. E a pagare la resa dei conti del «congresso virtuale», che di fatto si è svolto tra Castiglione e Miccichè - e che Miccichè ha perso visto che sono stati eletti gli uomini di Schifani -, è stato proprio il partito. Il sottosegretario ammette: «Di fatto perdiamo soltanto in Sicilia, per l’atteggiamento negativo da parte di qualcuno (leggi Castiglione, ndr) che ha avuto ripercussioni pesanti, mi riferisco ai fondi Fas bloccati. Io ho perso il “congresso virtuale”, sono stato battuto a Catania. Ma nelle altre province sono primo. E il mio candidato sindaco a Termini Imerese (sostenuto pure dal Pd, ndr) è stato eletto a primo turno, se non c’è incompatibilità andrò a fare il vicesindaco».
Il calo nelle urne non preoccupa invece Castiglione: «L’affluenza bassa ha penalizzato più il Pdl, ma il risultato è comunque buono, superiore alle Regionali e alle precedenti Europee. Il vero obiettivo mancato è quello dell’Mpa, che aveva da solo il 14% e invece ora, con la Destra, ha il 15. Lombardo deve prendere atto di questo, della tenuta dell’Udc (11,9%) e sedersi a un tavolo per rilanciare la maggioranza di un anno fa, Udc compresa. La sua giunta bis è un governo ombra da ricostruire».
Un’ipotesi scartata da Lombardo, l’altro grande sconfitto visto che la sua alleanza con Storace è arrivata appena al 2,2%: «Non tocco la giunta, la arricchisco di altre personalità, questo è fuori discussione. L’Udc? Ha scelto di non entrare». Quanto all’esito del voto il governatore è secco: «Il Sud nelle scelte del governo nazionale non c’è, è massacrato. E non vota».


Che accadrà adesso? Tutto è rinviato all’incontro tra Lombardo e Berlusconi. Sei, in tutto, gli eurodeputati siciliani. Tra loro, per il Pd, due simboli dell’antimafia, il sindaco di Gela Rosario Crocetta e Rita Borsellino, la sorella del giudice ucciso nel ’92.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica