La baby-gang dei romeni su Youtube

Baby gang a Ostia. Sparavano gommini sui passanti da un balcone per «vedere che reazione avevano». Bandane sul volto e atteggiamento da duri. Luci «er matto», ma per alcuni anche «er pitbull», Edy, Alex, Albert, Ion, Go Go, Ovidio e Cosmin i soprannomi. La loro storia, un vero e proprio organigramma della banda di sedicenni, era stata scaricata su You tube, un lungo rap americano (abbastanza noioso) la colonna sonora. Un video di cinque minuti che è anche uno spaccato di vita, tra il parco pubblico «la Pinetina», alle case popolari del Lido di ponente. «Baby gang de Ostia ce e ce sara per sempre» il titolo dall’italiano sgrammaticato. Già, perché loro sono figli di immigrati romeni, tutti inseriti nel mondo del lavoro e della scuola. Peccato che la sera i ragazzi andavano in giro con catene, bombolette di spray urticanti, pistole ad aria compressa e a gas, coltellacci affilati.
Le indagini della polizia vengono avviate quando un agente si imbatte proprio in quel filmato. Dal primo video i link rimandano ad altri collegamenti e immagini. I nickname usati dai teenager sono sempre gli stessi, i volti da sbarbati «arrabbiati» pure. Le volanti perlustrano il territorio alla ricerca della banda. «La notte di sabato - spiega Antonio Franco, dirigente del XIII commissariato - notiamo un’auto sospetta ferma davanti un locale in via Pietro Rosa. Scattano i controlli. A bordo, oltre al conducente risultato estraneo alla vicenda, due minori romeni. Nei loro zaini coltelli a serramanico tra cui un Opinel da caccia, catene, scatole di pallini, spray di autodifesa». I due ragazzi passano la notte in questura, in attesa del giudice dei minori. Poi tornano a casa con una denuncia per detenzione ingiustificata di armi da taglio. Vengono convocati i genitori. Il caso vuole che, proprio mentre le famiglie si trovano negli uffici giudiziari, arrivano decine di segnalazioni da via Tancredi Chiaraluce. «Spari in strada» gracchia la radio. Le volanti accorrono sul posto, i passanti sono a terra, terrorizzati. Da una finestra spunta la canna di una pistola semiautomatica. L’irruzione dei poliziotti è fulminea. Nell’appartamento tre giovani con ancora le armi in mano. «Volevano solo vedere cosa accadeva» la loro giustificazione. I visi dei tre sono gli stessi dei video apparsi su You tube. Il materiale viene sequestrato e anche questi vengono denunciati a piede libero per possesso e uso di armi. Le indagini, assicurano in commissariato, non sono concluse.

«Stiamo valutando se il gruppetto ha messo a segno azioni criminose» conclude il vicequestore Franco. Vale a dire se Cosmin e compagni sono gli stessi che hanno pestato a sangue altri ragazzi del quartiere per rapinarli di soldi e cellulare. Imprese che, di certo, non sono state scaricate in rete. yuri9206@libero.it

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