Roma

Baby-mendicanti, la lotta che non c’è

Bambini agli angoli delle strade, all’ingresso delle stazioni della metropolitana, a bordo degli autobus, in centro come in periferia. Rom, albanesi, romeni, di dieci anni o anche meno, chiedono l’elemosina ai passanti. E talvolta si esercitano nei borseggi. Una piaga sociale che il Campidoglio non riesce a contrastare. Come l’altro, inquietante fenomeno legato all’accattonaggio: bambine che chiedono soldi per strada tenendo in braccio neonati che non piangono mai. Con un dubbio terribile: potrebbero essere sedati. Se lo domanda il sindacato Sulpm, il cui presidente Alessandro Marchetti ha scritto a Veltroni per domandare che il «disarmato» Centro di contrasto alla mendicità infantile, istituito 3 anni dal Comune, si attrezzi con un laboratorio di analisi «per accertare se al minore abbiano fatto ingerire sostanze psicotrope o stupefacenti, attraverso l’esame delle bevande trovate addosso ai genitori o nei biberon». Un ufficio simile, purtroppo, non lo ha nemmeno la polizia municipale.

«Ne deriva la necessità - conclude Marchetti - che lei predisponga accordi con le Asl».

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