da Roma
«Populismo», «autoritarismo». Sono parole utilizzate dal leader dellUdc, Pier Ferdinando Casini quando Silvio Berlusconi decise di lanciare il Pdl. Ieri è toccato allex presidente della Camera, per il tramite del segretario del suo partito Lorenzo Cesa, sentirsi rivolgere le stesse accuse.
«Ravviso unaccelerazione in senso autoritario. Se Cesa vuole contarsi, convochi un congresso», ha dichiarato il vicepresidente del Senato, Mario Baccini, in polemica con i vertici di Via Due Macelli. Allorigine della diatriba la lettera con la quale il segretario ha convocato il consiglio nazionale del 17 dicembre preannunciando la decisione di azzerare ogni incarico e di presentare in quella sede «un documento politico vincolante» per i dirigenti del partito.
Perché questa svolta decisionista in un partito di origine democristiana aduso alla mediazione? Per arginare le spinte centrifughe rispetto alla leadership. In primis quella dei firmatari del «manifesto di Subiaco», il documento programmatico propedeutico alla Cosa bianca della quale è primo estensore l«antiberlusconiano» Bruno Tabacci. La scorsa settimana è circolato un altro appello, sottoscritto oltreché da Tabacci da altri parlamentari come Baccini, Ciccanti, De Laurentiis, Adolfo, Galati e Oppi nel quale si chiedono «atti coraggiosi e di generosità politica» per dar vita a una Costituente di centro, un esperimento alternativo a Pd e a Pdl nel quale si vorrebbero coinvolgere Savino Pezzotta, Antonio Di Pietro (e, alla fine del mandato, anche Luca di Montezemolo).
Di qui i toni duri della convocazione da parte di Cesa e di Casini. Questultimo aveva già richiamato lala di Tabacci affermando che «in politica le aggregazioni si fanno, non si annunciano». Le esternazioni sono servite a poco e così si è passati ai fatti. Il vicesegretario Armando Dionisi, in polemica, si è dimesso dal suo incarico denunciando «il conformismo e la cortigianeria che sfociano nel pensiero unico». La corrente imputa alla segreteria troppo tatticismo invocando lapertura di una fase di riforme con Veltroni e Berlusconi propedeutica alla creazione di un nuovo polo centrista oltre lUdc.
Ma in casa Udc cè anche la componente dei Popolari liberali guidati da Carlo Giovanardi che guarda con simpatia alla nuova iniziativa del Cavaliere.
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