E' un appello accorato quello del presidente della Cei, Angelo Bagnasco. Un richiamo alla responsabilità inviato all'Europa, prigioniera del suo immobilismo interessato e colpevole, rispetto all'emergenza immigrazione che sta colpendo l'Italia. «L'Europa è in debito verso l'Africa pertanto è necessario che questo debito venga soddisfatto nel modo migliore, nel modo più efficace possibile e quindi che l'Italia non sia lasciata sola rispetto a questa emergenza, che non è dell'Italia, è di tutta l'Europa, rispetto a queste popolazioni che chiedono la sicurezza di un domani».
Bagnasco parla da Genova, a margine di un convegno organizzato dalla Consulta degli Enti di Carità della Diocesi del capoluogo ligure, e affronta diversi aspetti dell'emergenza umanitaria di queste ultime settimane. Ai cronisti che sottolineano come la Francia, respingendo i migranti al confine di Ventimiglia, non stia certo aiutando l'Italia ad affrontare questa emergenza, il presidente della Cei risponde: «So che i vescovi europei, su nostra richiesta, stanno preparando una dichiarazione, un comunicato, proprio per richiamare la responsabilità dell'Europa che deve essere presente se vuol essere non un nome ma una realtà che cresce, una realtà concreta». Nel frattempo il cardinale - che èp anche arcivescovo di Genova - annuncia che anche la Caritas della Liguria si prepara ad accogliere gli immigrati. «Le Caritas sia della nostra diocesi che delle altre diocesi - dice il cardinale - si sono attivate per cercare di rispondere secondo le indicazioni della Caritas nazionale, che è in contatto con la Libia e con gli altri paesi del Nord Africa per poter organizzare, nei limiti delle possibilità di capienza, ma non solo di capienza, l'accoglienza di una parte di queste persone».
Bagnasco manifesta poi un plauso convinto per l'atteggiamento tenuto dalla popolazione di Lampedusa rispetto all'emergenza. Gli abitanti dell'isola «sono stati e sono ammirevoli per l'esempio che danno di accoglienza, di umanità, di attenzione verso questa povera gente, di grande rispetto e di grande amore verso la povertà e il bisogno di queste persone che arrivano, almeno in parte, disperate da Paesi tormentati».
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