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Baldini, maratona record nella guerra degli africani

da Londra

Nuotando nel mare nero keniano, Haile Gebrselassie ha cominciato a sentir i primi sintomi dell’affogamento intorno al trentesimo chilometro quando Evans Rutto ha fatto partire il suo attacco. E a quel punto la maratona di Londra è diventata la maratona del Kenya. Dopo otto chilometri Felix Limo e Martin Lel, il vincitore dell’anno passato, hanno lanciato l’attacco e il piccolo re d’Etiopia si è lasciato inghiottire nell’oceano dei comprimari. Quelli gli hanno chiesto di andare in testa, lui non ce l’ha fatta e loro hanno capito che era il momento per colpirlo. Gebre ha mollato secco e poi ha ammesso: «Ho chiuso al 25° km». Baldini ha completato la sua rimonta sul gruppo dei migliori a passo da diesel, mentre i due keniani andavano in solitudine a giocarsi la corona. Conclusione in volata, vinta da Limo che correva per la prima volta a Londra dopo aver vinto a Rotterdam, Berlino, Chicago. Gebre nono e con tempo superiore alle due ore e 09, Stefano Baldini quinto ad onorare il suo titolo di campione olimpico.
Nella storia africana di questa maratona, il campione bianco si è inserito, unico fra gli europei, nei top dieci. Se Gebre non ha retto all’idea di puntare al record del mondo, Baldini ha confermato la sua resurrezione dopo 10 mesi passati in compagnia di un dolore al polpaccio destro che lo ha trafitto anche ai mondiali di Helsinki, costringendolo al ritiro. Fermo per due mesi in inverno, Baldini non si è dato per vinto ed ha ricominciato a scalare con umiltà e volontà la collina del dolore cercando risposte dal suo fisico. A Londra aveva intenzione di migliorarsi ed, infatti, ha corso sotto il record italiano, migliorato di sette secondi (2 ore 7 minuti e 22 secondi), replica dell’impresa compiuta proprio su questa strade nel 2002, quando arrivò sesto e il successo fu di Kannouchi, che stavolta gli è arrivato appena davanti (2h 7’04“). Baldini non ha fatto corsa sulle ombre nere ma sul cronometro: passaggi regolari che lo hanno condotto nella classifica dei migliori, lasciandosi alle spalle il campione del mondo Gharib ed appunto Gebrselassie, oltre ai keniani Rop (sesto) e Rutto (10°), appena dietro all’americano Khannouchi e al sudafricano Ramaala (terzo: 2 ore 6 ’55“).
Tanto per dare l’idea di quanto Baldini sia unico nel nostro clan della maratona, dare un’occhiata al campionato italiano corso ieri a Padova e vinto da Ruggero Pertile in 2 ore 11 minuti 17 secondi, un tempo con il quale non sarebbe entrato nei primi dieci di Londra. Quello di Baldini è un messaggio per gli europei di Goteborg: appuntamento al 13 agosto.
A Londra spettacolo di folla e partecipanti (circa 47 mila), fra le donne successo annunciato dell’americana Deena Kastor, californiana, bronzo ai Giochi di Atene, detentrice dei record Usa dei 10mila metri e della mezza maratona.

La Kastor ha battuto la russa Petrova e la keniana Chepkemei, realizzando il record nazionale (2h 19’35“) ed ha corso la prima maratona cinque anni fa.

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