Con il rinnovo dei vertici di Intesa si consuma quella che sembra essere la prima battaglia dell'offensiva della Lega Nord verso le banche settentrionali. Nei giorni scorsi il leader del partito, Umberto Bossi, lo ha detto a chiare lettere: «È chiaro che le banche più grosse del nord avranno uomini nostri a ogni livello». E questo proprio mentre sono in pieno svolgimento i giochi su Intesa. Così quello che sta accadendo nella Ca' De Sass sembra essere il primo tempo della partita.
La battaglia, che si combatte tra le fondazioni socie e riguarda in particolare il nome del futuro presidente del consiglio di gestione, esplode proprio quando sembrava che i primi grandi azionisti, la Compagnia di San Paolo e la Cariplo che insieme assemblano il 15% della banca e che sono espressione rispettivamente delle anime torinese e milanese del gruppo, fossero arrivate a una tregua. Nei giorni scorsi i 2 enti hanno presentato una lista comune per il consiglio di sorveglianza e sembrava che ormai gli screzi che vertevano sullo spostamento del peso a vantaggio di Milano dopo la fusione del 2006-7 si fossero appianati. Poi però qualcosa, dopo l'insediamento in Piemonte del neo eletto presidente, Roberto Cota, è cambiato. Il cambiamento di rotta è stato evidente dopo che la Compagnia ha deciso di proporre alla presidenza del cdg i due economisti Domenico Siniscalco, gradito sia da Cota sia dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, e Andrea Beltratti, senza riconfermare quindi Enrico Salza. La cosa non è stata troppo gradita dal presidente di Cariplo, Giuseppe Guzzetti, che, insieme con il consigliere delegato Corrado Passera, si è affrettato a prendere le difese di Salza definendolo un manager «formidabile», salvo poi, proprio ieri, smorzare i toni spiegando che il recente incontro tra le fondazioni azioniste di Intesa è stato «molto collaborativo e disteso» e che non ce ne saranno altri fino a che il nuovo consiglio di sorveglianza non avrà preso vita, con l'assemblea del 30 aprile. Intanto, la Fondazione Cassa di risparmio di Padova e Rovigo ha fatto sapere di avere indicato, per la formazione del cdg, Giovanni Costa, attualmente componente del cds della banca, ed Edoardo Gaffeo, consigliere generale della Fondazione.
Se è vero che il cdg, e quindi il suo presidente, sarà nominato dal cds, come peraltro ha recentemente ribadito anche Guzzetti, è altrettanto vero che, stando ai patti non scritti stipulati all'epoca della fusione, la scelta del successore di Salza spetta a Torino.
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