Potrebbe essere vicina alla fine l'esperienza di Philippe Donnet (nella foto) alla guida di Generali. Secondo quanto risulta a fonti vicine al dossier, il ceo di Trieste avrebbe in corso interlocuzioni sulla sua buonuscita e il conseguente addio al gruppo entro la fine dell'anno. Insieme a lui, sarebbe in uscita anche il presidente Andrea Sironi. Interpellata da Il Giornale, la compagnia assicurativa «smentisce l'indiscrezione circa interlocuzioni in corso» per l'addio degli attuali vertici. Sta di fatto che le voci si rincorrono con forza e da più parti si indica come le dimissioni sarebbero nell'aria e dovrebbero concretizzarsi in corrispondenza dell'addio all'operazione con i francesi di Natixis. Da tempo, del resto, si era indicata la fine di quest'anno per avere una decisione definitiva sull'intesa nel risparmio gestito che aveva sollevato molte perplessità anche tra le fila del governo, preoccupato della possibilità di una fuga all'estero di 650 miliardi di risparmio italiano.
Il cambio ai vertici di Mediobanca - con l'uscita di scena dell'ormai ex ceo Alberto Nagel - ha dato un colpo esiziale a ogni residua speranza di arrivare fino in fondo nell'alleanza con Natixis. Donnet, che aveva incassato una solida riconferma nell'aprile di quest'anno e ha un mandato in scadenza al 2027, è stato uno dei fautori dell'intesa, sostenendo che fosse un'opportunità per creare un campione del risparmio gestito europeo. Per certi versi, la fine di un progetto tanto importante può essere un motivo per un passo indietro almeno tanto quanto lo poteva essere la fine del regno di Nagel che lo aveva messo in cima alla lista per il cda della compagnia assicurativa.
Intanto a Piazzetta Cuccia - dove si sono insediati il ceo Alessandro Melzi d'Eril e il presidente Vittorio Grilli - ieri si è svolto un consiglio d'amministrazione. Sul tavolo, oltre all'accordo di non concorrenza con Nagel che sta lavorando per aprire una sua attività a Londra, c'era anche l'uscita di scena del direttore generale Francesco Saverio Vinci. Già da settimane quest'ultimo stava smaltendo le ferie e dovrebbe essere ormai prossimo a trovare un accordo per la sua uscita di scena. Le trattative sarebbero quindi allo sprint finale tanto per lui quanto per l'ex ceo (che era dipendente e aveva conservato la carica di direttore generale). Sul tavolo, in base alla politica di remunerazione della banca, la buonuscita è di 24 mensilità ma non non può comunque superare l'importo massimo 5 milioni di euro a testa. Fermo restando che, nel caso di Nagel, le cifre già incassate - in virtù di bonus e stock options - ammonterebbero già a diverse decine di milioni per cui la liquidazione sarebbe solo una minima parte di quanto già percepito.
Il cda di Mediobanca di ieri ha accertato i criteri di correttezza e competenza dei consiglieri.
I componenti, tutti eletti nella lista dell'azionista di controllo Mps, sono stati valutati indipendenti ad eccezione dell'ad Melzi d'Eril e delle consigliere Silvia Fissi e Donatella Vernisi, entrambe top manager di Mps.