
«La nostra offerta» su Banca Generali «può arrivare sul mercato prima della fine dell'offerta di Mps. Dipenderà dal calendario, dalle discussioni con Consob, ma può succedere». L'ad di Mediobanca, Alberto Nagel, ieri ha confermato il pressing sulle Generali per fare lo sgambetto al Monte. Durante la presentazione del bilancio 2024-2025 il banchiere ha ricordato che Mediobanca si aspetta «di avere il feedback» dal Leone sulla proposta di estensione degli accordi di distribuzione «entro il 6 agosto (quando si terrà il cda della compagnia triestina sulla semestrale, ndr), così da poter convocare l'assemblea il 21». L'anticipo dell'appuntamento dei soci (al momento previsto per il 25 settembre) è legato anche all'iter autorizzativo che si prevede sarà completato il 18 agosto. A quel punto entro cinque giorni la Consob dovrà autorizzare la pubblicazione del prospetto e l'ok dei soci deve arrivare prima del via libera della Commissione.
Ieri l'ad di Piazzetta Cuccia ha, inoltre, specificato che entro il 6 agosto «non c'è l'aspettativa di firmare documenti ma di non aver un disco rosso» da Trieste. Poi l'offerta su Banca Generali potrà andare sul mercato anche prima della fine dell'Ops di Mps (l'8 settembre): «Dipende dal calendario, dalle discussioni con la Consob», ha spiegato agli analisti.
La nuova proposta di Mediobanca eliminerebbe il divieto di vendita per un anno sui titoli di Leone che era uno degli elementi rilevanti dell'Ops annunciata lo scorso 28 aprile. Come ha sottolineato all'agenzia Adnkronos l'economista della Bocconi, Michele Calcaterra, secondo la normativa italiana, qualunque variazione significativa del contenuto dell'offerta che incida sulle condizioni economiche o sui meccanismi essenziali (prezzo, vincoli, soglie, lock up) può richiedere una revisione del documento d'offerta e potenzialmente un nuovo deposito della stessa presso la Consob. «Se le modifiche comportano un cambiamento sostanziale rispetto alla proposta approvata in aprile, Mediobanca dovrebbe depositare una versione aggiornata del documento e ottenere una nuova approvazione da parte della Consob, in quanto la normativa disciplina rigidamente i vincoli informativi destinati agli azionisti. Per quanto riguarda gli impatti sulla procedura di Golden Power, solo il Governo può valutare l'esistenza di una «potenziale minaccia di grave pregiudizio» per l'interesse nazionale, per decidere se esercitare i poteri speciali o meno», ha proseguito l'esperto. «Nel caso specifico, Mediobanca aveva già ricevuto nel luglio 2025 una deliberazione da parte del governo di non esercitare il Golden Power sull'Ops originaria ma tale deliberazione si basa sul quadro fattuale precedente: una nuova proposta con eliminazione del lock up ed eventuali altre modifiche potrebbe in effetti richiedere una nuova valutazione ad hoc, perché cambiano le condizioni normative e sostanziali dell'operazione», è stata la conclusione di Calcaterra.
Intanto, sul fronte dei conti, Mediobanca ha reso noto di aver chiuso l'esercizio 2024-2025 con un utile netto in crescita del 4% a 1,33 miliardi, ricavi a oltre 3,71 miliardi (+3%) e Rote al 14% (+30 bps). Guardando all'esercizio 2025/2026, l'istituto prevede di portare l'utile netto a circa 1,4 miliardi, confermando la distribuzione del 100% cash.
Deliberata la distribuzione di un saldo dividendo unitario di 0,59 euro per azione che, tenuto conto dell'anticipo erogato a maggio (0,56), porta il dividendo annuale a 1,15 euro, corrispondente a un payout del 70% e un incremento annuo del 7,4 per cento.Via libera dal cda anche all'avvio del terzo e conclusivo piano di riacquisto e cancellazione di azioni proprie per un controvalore pari a 400 milioni (pari a circa il 2,6% del capitale).