
Il cda dell’istituto senese, riunitosi sotto la presidenza di Nicola Maione, ha deliberato di incrementare il corrispettivo dell’offerta pubblica di scambio volontaria totalitaria, aggiungendo una componente in contanti di 0,90 euro per ciascuna azione portata in adesione, che si somma alle 2,533 azioni Mps di nuova emissione previste dal rapporto di scambio iniziale.
La nuova valorizzazione implicita dell’offerta sale così a 16,334 euro per azione Mediobanca sulla base del prezzo di riferimento delle azioni Mps, con un premio dell’11,4% rispetto alle quotazioni depurate dell’acconto dividendo. In caso di adesione totalitaria, il controvalore complessivo dell’operazione raggiungerebbe i 13,5 miliardi, di cui 12,8 miliardi in azioni e circa 0,75 miliardi in contanti.
Contestualmente, Siena ha annunciato la rinuncia alla “condizione soglia” del 66,7% dei diritti di voto, mantenendo come unico vincolo minimo il raggiungimento del 35%. In altre parole, Mps acquisterà tutte le azioni portate in adesione anche se non supererà i due terzi del capitale. L’offerta si chiude l’8 settembre, con riapertura dei termini dal 16 al 22 settembre.
L’obiettivo vero: il 50%
Per l’ad Luigi Lovaglio, il traguardo cruciale è però un altro: arrivare alla maggioranza assoluta. Solo così Mps potrà sbloccare appieno il potenziale delle Dta, le attività fiscali differite legate a perdite pregresse, che garantirebbero un beneficio di circa 500 milioni di euro l’anno. Sotto la soglia, il vantaggio fiscale si fermerebbe a circa 300 milioni.
Secondo fonti di mercato, il 35% appare già a portata di mano. La partita decisiva si giocherà sul terreno degli investitori istituzionali, molti dei quali in passato avevano votato a favore dell’operazione Banca Generali promossa dall’ad di Piazzetta Cuccia, Alberto Nagel. Saranno loro a determinare le proporzioni del successo dell’operazione. Anche in caso di mancato superamento del 50% subito, Mps potrà comunque acquistare titoli successivamente per rafforzare la propria posizione.
Solidità patrimoniale e sinergie
Il cda ha ribadito che, anche con il cash aggiuntivo, la banca manterrà una solida base di capitale - con un Cet1 pro-forma intorno al 16% nello scenario di adesioni totali - e una politica di dividendi fino al 100% dell’utile. Le sinergie a regime sono stimate in circa 0,7 miliardi l’anno prima delle imposte, con un’accelerazione nell’utilizzo delle Dta.
Il rilancio in
contanti rappresenta, nelle parole di Mps, «una concreta testimonianza del valore industriale dell’operazione e dell’attenzione verso il mercato», con l’obiettivo di massimizzare le adesioni e accelerare la creazione di valore.