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Revolut sceglie di svalutarsi e fa la cresta sui dipendenti

La fintech si offre di ricomprare azioni proprie al 30% meno dei 75 miliardi stimati in relazione all'ultima raccolta fondi

Revolut sceglie di svalutarsi e fa la cresta sui dipendenti
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Revolut si è offerta di riacquistare le azioni degli ex dipendenti con uno sconto del 30% rispetto al recente round di raccolta fondi, in cui la fintech si era assicurata a fine novembre una valutazione di 75 miliardi di dollari. Lo rivela il Financial Times, spiegando che la società di fintech ha dato la possibilità di rivendere le proprie azioni a 966,74 dollari ciascuna.

La vendita di azioni completata a novembre da Revolut era una sorta di autovalutazione conquistata grazie anche al fatto che ai dipendenti attuali è stata data l'opportunità di vendere i propri titoli. Finora è successo già in ben cinque occasioni, gestendo uno dei programmi di azionariato per dipendenti con più alta liquidità tra le aziende private del settore. L'operazione di qualche settimana fa aveva comunque coinvolto un gruppo di investitori internazionali guidati da Coatue, Greenoaks, Dragoneer e Fidelity, con la partecipazione di nomi di primo piano del venture capital globale come Andreessen Horowitz (noto anche come a16z), Franklin Templeton e T. Rowe Price. La vendita aveva incluso anche l'investimento di NVentures, la divisione di capitale di rischio di Nvidia, rafforzando la collaborazione di Revolut con il colosso dei chip in aree chiave, tra cui l'intelligenza artificiale.

Il punto però adesso è capire l'effettivo valore di Revolut: vale il prezzo fissato per la raccolta dei fondi o quello a cui gli ex dipendenti possono rivendere le proprie azioni? Ovvero, 75 miliardi di dollari o 52,5 miliardi? Revolut ha dichiarato di aver ricevuto interesse da diversi ex dipendenti intenzionati a vendere le proprie azioni, «quindi abbiamo esteso il programma di riacquisto avviato all'inizio di quest'anno per facilitare questa opportunità a coloro che desiderano partecipare». Una fonte vicina all'azienda ha riportato poi all'FT che, nonostante lo sconto, gli ex dipendenti erano in procinto di guadagnare somme significative, potenzialmente nell'ordine dei milioni.

Secondo una corrispondenza visionata dal Financial Times, inoltre, sebbene ai suoi ex dipendenti fosse stato offerto un prezzo inferiore del 30% rispetto al recente round di finanziamento, si trattava di un premio del 12% rispetto al prezzo offerto nella vendita secondaria del 2024. Durante la vendita secondaria di azioni di Revolut dello scorso anno, che ha valutato l'azienda a 45 miliardi di dollari, non è stato previsto alcuno sconto per gli ex dipendenti che hanno incassato.

Nel frattempo, la società ha raggiunto una valutazione in grado di competere con quella dei principali istituti di credito britannici Barclays e Lloyds, nonostante non abbia ancora ottenuto una licenza bancaria completa dalla Banca d'Inghilterra e debba ancora potenziare i propri controlli e la propria infrastruttura. Fino ad allora, i depositi per la sua divisione bancaria nel Regno Unito sono limitati a un massimo di 50.000 sterline.

Nel 2025 Revolut ha comunque ottenuto l'autorizzazione bancaria per la Ue tramite una licenza lituana, la licenza bancaria in Colombia e si appresta a lanciare i suoi servizi in Messico e India. Quella che era nata solo come un'app finanziaria sta dunque macinando terreno, senza però il peso del costo degli sportelli fisici e quindi con costi sono assai più bassi dell'attività bancaria tradizionale.

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