
Fine dei giochi sulla partita Mps-Mediobanca. La banca guidata da Luigi Lovaglio ieri ha incassato un balzo nelle adesioni alla sua offerta pubblica di acquisto e scambio di un ulteriore 8,4% raggiungendo quota 38,5%, vale a dire ben oltre la soglia minima del 35 per cento. Nel conteggio dovrebbero essere arrivate le adesioni di Enpam, Enasarco, Benetton e del pattista Tortora. Questo significa una pietra tombale sul regno di oltre 18 anni del ceo di Piazzetta Cuccia, Alberto Nagel.
La finestra delle adesioni rimarrà aperta fino a lunedì, per poi riaprire dal 16 fino al 22 settembre. E, a questo punto, a tetto dell’Opas raggiunto è molto probabile che nei prossimi giorni arriverà un’ondata di adesioni. In ambienti finanziari, infatti, si fa notare come una volta oltrepassata la soglia del 35% anche per tutti coloro che finora hanno difeso Nagel diventerebbe non vantaggioso tenere per sé le azioni. Anche perché l’interesse a questo punto è fare sì che l’offerta raggiunga e superi la soglia del 50% del capitale, anche perché questo significherebbe sbloccare il godimento anticipato dei crediti fiscali da perdite pregresse (Dta) portandole a 500 milioni annui (anziché 300 milioni). Cifra che peraltro sarà riconosciuta agli azionisti in termini di maggiori dividendi. Quindi anche nella truppa dei fondi non consegnare le proprie quote sarebbe giudicato dagli investitori una scelta non razionale, anche perché il titolo si sta sgonfiando (ieri -2% a 19,7 euro) di pari passo con quello di Mps.
Stamattina, intanto, il consiglio d’amministrazione di Mediobanca si riunirà per esprimere un giudizio sul rilancio da 750 milioni annunciato martedì da Mps. Sarà il solito «no», stavolta l’ultimo, prima che cali il sipario sull’attuale management. L’offerta con ogni probabilità verrà definita ancora una volta come «ostile». Il management, dal canto suo, nemmeno nell’evidenza della sconfitta ha deposto le armi e, ancora ieri, sulle pagine di almeno un grande quotidiano nazionale campeggiava una pubblicità ben pagata per ribadire quella che a dire di Piazzetta Cuccia era una proposta senza alcun razionale né alcun valore. Un fatto d’orgoglio, probabilmente, dal momento che dopo le dichiarazioni d’intenti di molti azionisti emerse nelle ore precedenti il fatto che l’offerta fosse andata in porto era ormai palese. Il numero uno della merchant bank aveva ipotizzato, in passato, che la scalata di Siena avrebbe spinto molti manager ad andarsene. Una prospettiva che, a parte il caso di Gianluca Piacenti passato a Fideuram questa estate con il suo miliardo di masse, per intanto non si è materializzata e non è nemmeno detto che si materializzerà, dal momento che la nuova proprietà metterà in pista un progetto potenzialmente in grado di convincere molti a rimanere. Su questo punto andranno a unire le forze la rete di consulenti finanziari di Mediobanca Premier e di Widiba, con una rete che di colpo diverrà di oltre 1.700 professionisti con ricadute positive anche sul fronte delle commissioni realizzate, vero obiettivo per le banche in questa fase di ribasso dei tassi Bce.
Quanto al destino di Nagel e dell’attuale board, se le adesioni dovessero (come sembra possibile) superare la soglia del 50% è
probabile che i soci chiedano già le dimissioni del board (se non fossero già state annunciate) il prossimo 28 ottobre. Una conseguenza ovvia dopo i contrasti passati tra le parti e l’orgogliosa resistenza fin qui opposta.