Oscar Eleni
da Bologna
I bolognesi angosciati per la domenica calcistica dicono che quando proprio sei disperato devi guardare di notte le luci che illuminano San Luca. La stessa cosa fa il popolo Fortitudo che nei momenti difficili ha bisogno di vedere se è illuminato il viso del suo capitano Luca Basile, uno che ai fanfaroni risponde con i fatti, anche se non è al massimo, perché il suo spirito contadino, come dice lui, gli ha insegnato a non risparmiarsi mai. Tira la carretta dalle Olimpiadi e anche prima. In questa emergenza ha fatto funzionare i condizionatori, segnando 23 punti, organizzando le cacce difensive insieme a Ruben Douglas che è diventato protagonista nel terzo quarto, quando Roma, che dopo essere stata sotto di 12 era tornata pari, si era presa la pausa pranzo.
Questa storia delle grandi metropoli tornate al vertice deve aver contagiato le due squadre, perché sia Milano, a Treviso che la Lottomatica, qui al pala Dozza, si sono assentate dalla partita nel terzo quarto. Quella fase della partita è diventata sole per chi aveva angosce e luna fredda per chi era convinto di poter prendere per la gola unavversaria che arrivava agli esami con tanti problemi fisici e mentali. La gente della curva crede in Repesa e Gelsomino ha usato lartiglio, la buona organizzazione difensiva, succhiando il meglio dalla sua banda dove ieri è entrato ufficialmente, dopo tantissimi, troppi guai, il ventiquattrenne Simone Cotani, il tatuato di Ostia cresciuto nella scuola toscana, fra Montecatini e Livorno. Con questo ragazzo di quasi 2 metri, molto atletico, il muro difensivo si è alzato, condannando Hawkins ad inventarsi percorsi minati.
La ricerca di un assetto, il pensiero libero di sfruttare prima Rombaldoni, che ci ha deliziato con il più bel passaggio in contropiede della serata, poi Rancik che aveva chiuso con un tiro alla sirena del primo quarto, ha permesso a Roma di ricucire (42-42), pur non trovando mai la precisione (37% alla fine). Sentita la scossa la Climamio ha chiesto a Ruben Douglas di essere lo Scaramouche della partita, palloni catturati, affondo per far male, per colpire al cuore e il 78-64 finale spiega proprio tutto.
Cerca nellanima di una squadra, nei sentimenti Fortitudo e troverai una collana bellissima da metterti al collo, perché nellemergenza se ne vanno al mare tutti i finti e vengono nellarena quelli che amano la gente con un cuore. Gelsomino Repesa tiene la banda legata allidea che in questa serie di semifinale appena iniziata - gara due si giocherà domenica sera allEur - ogni pallone va pesato e valutato come se fosse oro.
Dedizione difensiva, mutuo soccorso negli sbarramenti, coraggio di attaccare la palla a rimbalzo e in questo la torre che pende solo qualche volta si chiama Dalibor Bagaric, luomo che sembrava massa gassosa e che ora è invece quasi un cigno: 7 rimbalzi 11 punti.
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