Banda pronta a rapire la contessa ma la polizia fa scattare la trappola

Sventato il sequestro della moglie dell’imprenditore Luigi Bottazzi

Elena Girani

da Alessandria

Un piano studiato nei dettagli, rinviato due volte, giovedì scorso e lunedì per problemi tecnici legati al posizionamento del camper dove rinchiudere per il tempo necessario di un sequestro lampo la moglie del conte imprenditore, al quale estorcere 200mila euro. Ma ieri mattina tutto è saltato. Trenta uomini di Polstrada e squadra mobile di Torino e Alessandria, appostati da giorni intorno a Cascina Piasola sulle colline di Stazzano nel Novese, hanno sventato il colpo. La banda di italo-slavi non sapeva di essere sotto stretta sorveglianza. Quattro le persone fermate per associazione per delinquere e tentato sequestro di persona a scopo di estorsione: Daniele Segagliari, 35 anni, abitante a Stazzano; Silvio De Biase di 43, originario di Cosenza, abitante a Collegno in via Lombroso 8; Ekrim Sulimanovic, 25 anni, nativo dell’ex Jugoslavia, clandestino, abitante a Torino, strada del Cascinotto 66 e Sasa Halilovic, 24 anni, bosniaco, Torino, via Scialoia 28, entrambi di etnia rom. Il primo, titolare della Velox, una ditta di trasporto carburante all'ingresso del paese, è ritenuto l’ideatore. «È stata una pazzia - ha detto durante l’interrogatorio -. Il lavoro andava male e avevo bisogno di soldi». De Biase e Sulimanovic, che si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, sono gli esecutori materiali. Poco prima delle 9 sono stati bloccati a pochi metri dal cancello della cascina Piasola, in località Monterosso di Stazzano, dove abitano il conte Luigi Bottazzi, imprenditore agricolo ed edile, e la moglie Anna Maria Fantuzzi, vittima designata. Alle 8.45 è lei a rispondere al telefono. Dall’altra parte una voce maschile (il Segagliari che sta chiamando da una cabina pubblica): «Sono l’impiegato dell’ufficio postale. Posso parlare con la signora Anna? Dovrebbe venire urgentemente a ritirare un pacco».
La signora tenta di guadagnare tempo, come le hanno detto di fare i poliziotti che da una settimana vivono in villa, l’altro insiste. «Va bene, mi cambio e vengo». Ma alla guida della Yaris grigio chiaro che parte c’è un agente con una parrucca e il giubbotto beige della donna. Non è ancora al cancello che i colleghi fermano De Biase e Sulimanovic. In una riva poco lontano recuperano una borsa con una pistola giocattolo senza il tappo rosso e due maschere di carnevale, da gatto e capitan Uncino. In una stradina laterale sulla provinciale che porta a Cassano Spinola è parcheggiato il camper che avrebbe dovuto servire da prigione temporanea. Segagliari è fermato nella sua ditta, Halilovic si trova già agli arresti domiciliari a Torino.
Il piano per il sequestro è stato scoperto durante indagini della polizia stradale di Torino su un giro di furti su camion e di camion, tra cui alcuni della «Velox». Proprio ieri a Segagliari è stata notificata un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione a delinquere insieme ad altri undici. Pochi gli elementi in possesso degli investigatori: sapevano che nel mirino era una famiglia che possedeva una villa con piscina nella zona del Novese e viaggiava su una Volkswagen Tuareg. I controlli su questo tipo di auto hanno fatto capire che la possibile vittima era la signora Fantuzzi. «Siamo persone normali e in questi giorni sembrava di vivere in un film.

Fortunatamente è finito tutto», dice Anna Maria Fantuzzi, capelli biondi, pantaloni e golf blu, camicia azzurra, seduta nel salotto della bella casa in collina, racconta una settimana vissuta «da bersaglio». «Ho sempre avvertito la presenza vicina dello Stato, grazie a un grande impegno di uomini e mezzi - ripete più volte -. Anche al supermercato, sapevo di avere due angeli custodi che mi seguivano tra gli scaffali».

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