Bank of America: da Fed e dal Tesoro pressioni per l’acquisto di Merrill

L’ha detto sotto giuramento: «Il presidente della Fed, Ben Bernanke, e l’allora ministro del Tesoro, Henry Paulson, esercitarono pressioni affinchè non rivelassi il reale stato delle finanze di Merrill Lynch, in modo da evitare il naufragio della fusione». Parola di Kenneth Lewis, numero uno di Bank of America (Bofa), ovvero dell’istituto che nel gennaio scorso ha acquisito la merchant bank finita nella polvere a causa del virus subprime. Lewis ha offerto la propria testimonianza al procuratore generale dello Stato di New York, Andrew Cuomo, da tempo impegnato in un’indagine volta a far luce su bonus per 3,6 miliardi di dollari versati ai manager di Merrill pochi giorni prima del merger con Bofa. I contenuti della deposizione sono stati anticipati ieri dal Wall Street Journal e poi confermati dallo stesso Cuomo in una lettera inviata al Congresso.
La storia professionale di Lewis ha come cifra peculiare un’attrazione irresistibile per le acquisizioni, attraverso le quali ha fatto di Bofa un gigante del credito, seppur non sfuggito alla trappola della crisi. Perché dunque il manager avrebbe voluto rinunciare al deal con Merrill? Semplice: per le troppe perdite della banca, pari a 12 miliardi nel solo quarto trimestre 2008, sulla base delle informazioni raccolte dal direttore finanziario di Bofa. Manifestata l’intenzione di recedere dall’acquisizione, Bernanke e Paulson avrebbero fatto capire a Lewis che l’operazione andava chiusa a ogni costo, essendo ancora troppo recente lo choc conseguente al fallimento di Lehman Brothers. Un secondo collasso avrebbe esposto «il sistema finanziario a un enorme rischio». Ovvero, a un fuggi-fuggi dei correntisti dalle banche e degli investitori da Wall Street.
Un panico di massa scongiurato con una semplice azione di moral suasion, da parte di Bernanke e Paulson? Non sembrerebbe. Nella sua deposizione, il numero uno di Bofa ha detto esplicitamente che l’ex segretario al Tesoro minacciò la rimozione dell’intero consiglio di amministrazione della banca (e quindi di fargli perdere il posto) se si fosse tirato indietro. Così Lewis decise di abbassare la testa, quando in circostanze normali sarebbe stato tenuto a render conto agli azionisti della situazione di Merrill.
La fusione andò invece in porto, e quando all’inizio di gennaio la merchant bank rivelò di aver accumulato un rosso da 15,84 miliardi tra ottobre e dicembre, le polemiche scoppiarono immediatamente. «Come potrete vedere voi stessi - ha scritto Cuomo ai membri del Congresso -, mentre all’inizio la mia indagine si è focalizzata sugli enormi bonus pagati nel quarto trimestre, in seguito abbiamo scoperto fatti che sollevano seri dubbi sulla trasparenza del programma Tarp (il piano di aiuti per le banche da 700 miliardi, ndr) oltre che su come sono state gestite le pratiche di disclosure e comunicazione presso Bank of America».
Con Paulson ormai fuorigioco, la vicenda rischia di mettere in cattiva luce Bernanke, proprio ora che le nuove norme anti-crisi affidano alla Fed maggiori poteri soprattutto in materia di sorveglianza e di trasparenza finanziaria. Al tempo stesso, potrebbero mettere in ulteriore imbarazzo Barack Obama, già costretto il mese scorso a difendere il nuovo segretario al Tesoro, Timothy Geithner, sul quale sono piovute dal Congresso, in maniera bipartisan, richieste di dimissioni in seguito allo scandalo dei bonus milionari versati ai manager di Aig.

Il presidente Usa sta intanto facendo della tutela del consumatore una sorta di crociata personale. Ieri ha chiesto una riforma per proteggere di più quanti utilizzano le carte di credito, bloccando sia gli aumenti dei tassi ingiustificati, sia le spese eccessive.

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