Baracche condonate bloccano i lavori dell’alta velocità

Cresce tra Lucernate e Bollate la protesta: petizione con 3mila firme. In autunno referendum sulla realizzazione di un insediamento

Michele Perla

Dopo lo stupro avvenuto venerdì notte a Molino Dorino, per il quale sarebbero sospettati alcuni zingari, cresce la tensione e la paura fra gli abitanti di Pero e di Rho che, quotidianamente convivono con i figli del vento, sistemati in diversi campi nomadi, ad un tiro di schioppo dal luogo del fattaccio. Le roccaforti rom del rhodense, continuano ad accogliere irregolari e pregiudicati con un turn over incontrollabile. Il campo di via Piave, quello di Lucernate al confine tra Rho e Cornaredo, e quello di via Monte Bisbino a Baranzate di Bollate, sono ormai realtà consolidate e per molti versi accettate dagli amministratori comunali alla guida di giunte di sinistra, che difendono e non solo con parole di tolleranza, i loro inquilini.
A Rho, il sindaco Paola Pessina all’insegna dell’accoglienza sta sfidando la città per realizzare un accampamento attrezzato, a poca distanza da Molino Dorino. Sito che i rhodensi non vogliono affatto; tant’è che proprio l’altro giorno in Municipio sono state depositate oltre 3000 firme raccolte dalla Lega e dai partiti del Polo, a supporto di un referendum che si terrà in autunno. E se a Bollate il mega campo di via Monte Bisbino è divenuto una cittadella inespugnabile e controllabile ogni tanto, soltanto con lo spiegamento di centinaia di uomini delle forze dell’ordine, c’è anche chi grazie alla tolleranza delle amministrazioni di sinistra può permettersi di bloccare progetti importanti come quello del Tav. Lavori fermi fra Cornaredo e Rho, perché alcuni nomadi insediatisi abusivamente in un campo, hanno realizzato ed ampliato piccole villette in legno, che il comune di Rho non ha provveduto a far demolire per tempo e per le quali i rom hanno anche chiesto il condono edilizio.
«Abbiamo paura, non per pregiudizio contro gli zingari ma perché non ne possiamo più dei soprusi che subiamo da anni» dice la gente di Lucernate, più volte scesa in strada con striscioni di protesta. In questa frazione rhodense infatti la sera, soprattutto le ragazze si guardano bene dall’uscire di casa. Le aggressioni, gli scippi, le pesanti «attenzioni» rivolte alle donne, i furti e i danneggiamenti sono ricorrenti.

Nel mirino ci sono le case ma anche diverse aziende, tanto che in più di un’occasione alcuni imprenditori di questa zona, hanno minacciato di chiudere le loro attività produttive a causa della difficile convivenza con i tanti balordi autorizzati a delinquere impunemente.

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