Barbara si racconta: «Io e papà Silvio Carfagna? Spudorata»

Le showgirl che sono diventate ministre e invece di ringraziare la Madonna si lagnano pure. Le ragasse del premier, padre amato e così inutilmente… eccessivo. I presunti dissidi con i fratelli più grandi, per la roba e i posti di comando. La politica e il Milan.
Barbara Berlusconi ha 26 anni ed è una ragazza molto carina, come tutti sanno. Figuratevi se si mette in ghingheri apposta, per un servizio fotografico a corredo di una sua ampia intervista su Vanity Fair, che le dedica la copertina. Guardatela. Gli occhi da Fata Turchina. I capelli biondo platino come quelli di Marilyn, acconciati però al modo un po’ sfrontato e fatale di Rita Hayworth. Il tutto dentro un abito rosso da vamp, di seta, si direbbe, che finisce (o comincia, dipende dal punto di vista) appena al di sopra del seno. A giudicare dalla copertina uno dice: il solito servizio frivolo sulla figlia del Capo. A scorrere il testo, invece, si vedono volare certe sberle… Ragazza assennata, prudente, ma tosta, questa Barbara. Ecco che dice.
«Anche se a volte mi è capitato di non essere in sintonia con il pensiero e le azioni politiche di Silvio Berlusconi, non per questo sono una cattiva figlia, e non per questo amo meno mio padre. Ho per lui, e per i suoi molteplici successi, grande ammirazione, ma mi riservo di avere un approccio intellettualmente critico alla vita. Diversamente, sarei una persona da poco, e non avrei saputo sfruttare al meglio le tante opportunità che mio padre e la mia famiglia mi hanno dato. Poter distinguere la politica dalla vita privata è un privilegio che ho come figlia e che Berlusconi ha come padre, ma non come politico. Di questo resto convinta».
Detto questo, si passa all’azione. Il pranzo ad Arcore con Matteo Renzi, per esempio, il sindaco di Firenze che gioca nel campo opposto al Pdl, e che Barbara, presente al pranzo, ammira.
«Mi è sembrata una persona che vuole davvero cambiare le cose - dice -. Da lui mi sentirei rappresentata. Credo che ad avvicinarci non siano le idee politiche ma la stessa cultura generazionale».
Berlusconi popstar? azzarda l’intervistatore, Giovanni Audiffredi. E lei: «Mi sembra un paragone appropriato, perché lui riesce ad arrivare alla pancia e al cuore delle persone che parlano la sua lingua. Estrae il sentimento come una popstar, ha una spontaneità impressionante: sa sentire con l’altro. Ed è un conquistatore: anche i suoi detrattori alla fine ne sono un po’ ammaliati».
Poi arriva il momento del corpo a corpo. Le divette da Telegatto diventate ministro, le showgirl in Parlamento, le cubiste a villa San Martino…
«Sono vicende che mi hanno amareggiato - risponde Barbara, accettando la sfida -. E faccio fatica a rispondere serenamente… È ovvio che non sono d’accordo con un certo tipo di condotta, ma devo anche credere alle verità di mio padre». Il ministro per le Pari opportunità, Mara Carfagna, parla di maschilismo politico nei suoi confronti, riflesso di un Paese che tratta male le donne… «La cosa più grave è che Mara Carfagna trovi il coraggio di lagnarsi. A volte bisogna avere il pudore di tacere. Se si sente discriminata lei, che dai Telegatti è diventata ministro, la cosa assume dimensioni ancora più grottesche». Ecco, adesso il tiro si alza ancora un po’. La domanda, ad alzo zero, è la seguente: «È Silvio Berlusconi che ha portato le showgirl in Parlamento. Ha messo lui in lista, a tutti i livelli, belle figliole che con la politica avevano poco a che fare». E questa è la risposta: «Non dimentichiamoci neanche che sono gli italiani che le hanno votate. La democrazia propone delle scelte, poi si chiede il consenso. E non mi pare che Berlusconi abbia un problema di consenso. Certo, non voglio eludere così il problema, credo che siano state fatte valutazioni superficiali, e che queste abbiano sminuito la classe politica nel suo complesso. Vedere certe signorine girare in auto blu non fa bene all’immagine del Paese, perché davvero si fatica a coglierne i meriti».
E con questo, l’argomento è chiuso. Si passa agli affari, al patrimonio, al ruolo che i denari hanno avuto - se l’hanno avuto - nella separazione tra Silvio Berlusconi e la moglie Veronica, che puntava a proteggere Barbara, Eleonora e Luigi rispetto ai figli di primo letto del premier, Pier Silvio e Marina. Barbara risponde: «Non siamo mai stati oggetto di discussioni legate al patrimonio o a ruoli in azienda. Non abbiamo mai preso parte alle vicende personali dei miei, che rimangono un loro fatto privato».
A proposito. Come finirà, secondo Barbara Berlusconi, la stagione politica di suo padre? Nella risposta, un velo di amarezza. «Non ho la sfera di cristallo. Penso solo che quelle che mio padre chiama pubblicamente “debolezze” abbiano inciso sulla sua vita privata, ma anche sulla vita politica. Il mio dispiacere a volte diventa più forte perché non credo che Silvio Berlusconi premier meriti certi trattamenti. Ha fatto molto e bene per il Paese, si è speso con passione, con orgoglio, e ha conquistato importanti obiettivi. Ma molto si sarebbe potuto evitare se non avesse trascurato l’idea che tutti siamo vulnerabili. E che certi comportamenti possono rendere le cose inutilmente più fragili. Sarebbe ingiusto se della sua straordinaria vita politica si ricordasse solo questa stagione».


Bene, è venuto il momento di passare a toni più leggeri. Esempio: sarà lei il prossimo presidente del Milan? Risposta: «L’unico presidente è Silvio Berlusconi. Il Milan è l’avatar di mio padre. Per me, pur essendo tifosa, è un’opportunità di crescita professionale».

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