Il Bardo torna in scena con Cervantes

La battuta di Anthony Burgess a proposito di Shakespeare, oltre che spiritosa, era profetica. Sono così tante, le opere attribuite al grande Bardo, diceva il «collega» del sublime William, che sarebbe forse meglio trovare una sua lista della spesa, piuttosto che una sua nuova commedia. Ebbene, nel dicembre scorso, a un’équipe di archeologi venne la brillante idea di organizzare una campagna di scavi nel luogo dove sorgeva la (presunta) casa natale del poeta e drammaturgo per cercare i (presunti) residui organici del genio di Stratfor-upon-Avon.
Nell’attesa che gustose novità emergano dal pattume scespiriano, possiamo ingannare il tempo con una nuova chicca proveniente dal Regno Unito. Una chicca «made in England» e... «made in Spain». Perché non soltanto di mister «W.» si tratta, ma anche (e soprattutto) di un altro gigante delle lettere mondiali suo contemporaneo: Miguel de Cervantes. Un gruppo di esperti britannici, infatti, ha finalmente sentenziato che sì, la commedia dal titolo Double Falsehood, «scoperta» tre secoli fa, deve entrare nel canone dell’autore di Macbeth e dell’Amleto. Double Falsehood (Doppia menzogna) non sarebbe altro che la riscrittura di The History of Cardenio, o più semplicemente Cardenio, la pièce messa in scena soltanto due volte nel 1613 dalla compagnia «The King’s Men». Cardenio, chi era costui? Agli attenti lettori del Don Chisciotte questo nome non giunge nuovo: lo ricordano piangere come un vitello in una foresta con il cuore che sanguina perché la bella Lucinda lo ha abbandonato. E rammentano come lo strampalato cavaliere e il suo aiutante s’impegnano a consolarlo.
Fu l’impresario teatrale londinese Lewis Theobald, nel 1727, a «resuscitare» l’opera con il nuovo titolo, e presentandola come un rifacimento di Cardenio. Mal gliene incolse: nessuno diede credito a quella che si ritenne una pura e semplice operazione di marketing, e il responsabile venne additato al pubblico ludibrio come volgare falsario. Ma ora gli specialisti della casa editrice Arden, un’autorità in materia di Shakespeare e dintorni, vendicano la memoria di Theobald, aggiungendo che alla stesura del lavoro originario prese parte John Fletcher, autore che aveva già collaborato con William per l’Enrico VIII. Non solo: la Arden ha deciso di pubblicare un’edizione critica di Double Falsehood nella collana dove appaiono tutti i drammi e le commedie di Shakespeare. E la prossima estate, annuncia la BBC, la Royal Shakespeare Company presenterà un allestimento di Double Falsehood.
Tre anni fa era stato proprio il direttore della Royal Shakespeare Company, Gregory Doran, a riaccostare il nome dell’augusta firma a Double Falsehood. «Siamo riusciti - dichiarò al giornale spagnolo El Mundo - ad autenticare uno dei manoscritti sulla cui veridicità si facevano infinite supposizioni. Siamo riusciti a trovare degli originali affidabili. C’è un indizio molto chiaro. Confrontandolo con la prima edizione in inglese del Don Chisciotte, ci sono alcuni monologhi quasi identici. Shakespeare trascriveva spesso alla lettera dialoghi da testi originali, per esempio con Plutarco». Se poi aggiungiamo che Cardenio è tornato in scena nel 2004 in Inghilterra e l’anno scorso in Spagna esibendo orgogliosamente la griffe scespiriana, possiamo dire che Theobald è stato risarcito con gli interessi...
La commedia ruota intorno a quattro personaggi: due donne, Violante e Leonora, e due uomini, l’aristocratico malvagio Henriquez e il suo rivale di umili origini Julio. Un classico intrigo sentimentale, un topos magistralmente frequentato da Cervantes, appunto. Il suo Don Chisciotte, pubblicato per la prima volta in Spagna nel 1605, ben presto si diffuse, come secoli prima era avvenuto alla «materia di Bretagna», in tutta Europa.
Isole incluse, visto che la prima traduzione integrale in inglese (di John Shelton) delle avventure dell’ingenioso hidalgo porta la data del 1612, ma è ragionevole pensare che alcuni episodi espunti dal corpus della tragicomica e onirica narrazione siano stati assorbiti con lieve anticipo. A Shakespeare restavano pochi anni da vivere (morirà il 23 aprile 1616, lo stesso giorno di Cervantes...), ma gli bastarono per ideare un piano purtroppo soltanto abbozzato che sottopose all’amico Fletcher: scrivere la continuazione della saga cervantina.


The History of Cardenio alias Cardenio alias Double Falsehood sarebbe il primo atto di questo progetto. Ma l’incendio che distrusse il «Globe Theatre» divorando fra l’altro gli originali delle opere del Bardo ridusse in cenere il piano che avrebbe rappresentato il più prestigioso sequel dell’universo mondo.

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