Nella sua storia la Chiesa cattolica è stata la Chiesa della misericordia verso i peccatori. Durante le persecuzioni dell'impero romano, la Chiesa di Roma sopportò uno scisma contro il Papa che aveva riammesso alla comunione ecclesiale coloro che avevano bruciato incenso agli idoli. Sant'Agostino dedicò molti anni della sua vita a combattere contro la «parte di Donato», cioè contro coloro che non riconoscevano più la successione apostolica nella Chiesa africana dopo che vescovi e sacerdoti avevano consegnato le Sacre Scritture alle autorità civili che le requisivano: erano divenuti «traditores», un nome passato a indicare la defezione di chi consegnava («tradebat») i libri ecclesiali ai funzionari imperiali. Persino una dottrina così importante per la Chiesa cattolica come quella del carattere sacramentale, cioè l'affermazione dell'indelebilità di sacramenti come il battesimo e l'ordine sacro, fu definita per garantire l'autorità del sacerdote oltre le debolezze dell'uomo.
Nel caso Wielgus, l'arcivescovo nominato di Varsavia, la Chiesa polacca era di questo avviso. Il rapporto con il Kgb che pervadeva la società polacca non era un rapporto libero, ma costretto. Non tutti sono eroi e vi sono molte motivazioni che inducono a comprendere come il rapporto con un potere pervasivo potesse essere un modo per salvare la libertà personale e anche il proprio stesso ministero.
Non tutte le reazioni al totalitarismo furono giuste, vi furono anche reazioni estreme, come quelle avvenute in Cecoslovacchia, dove, per far giungere i sacramenti a chi non li poteva ricevere, venne persino violato un divieto ecclesiastico, oggi divenuto così importante, come quello che riserva agli uomini il sacerdozio ministeriale escludendone le donne. E donne furono ordinate prete.
Considerando la Chiesa in Polonia è possibile comprendere come un collaboratore non fosse sempre un traditore, ma semplicemente cercasse una via per mantenere un suo spazio e rendere possibile il suo ministero. Ma in Polonia è accaduto che la questione comunista riemergesse più di vent'anni dopo la crisi del regime, con la vittoria dei gemelli Kaczynski alle elezioni politiche e il loro uso partigiano dell'Istituto della Memoria nazionale.
La questione dei rapporti con i comunisti non è più carica della memoria della persecuzione, ma solo di quella della vittoria. E la vittoria è tanto più significativa in quanto i post-comunisti erano giunti a prendere di nuovo la direzione dello Stato. Aver battuto Kwasniewski, presidente post-comunista della Repubblica, era un motivo sufficiente per conferire a quelli che lo avevano battuto la memoria della resistenza ai comunisti della Chiesa polacca.
Essere ora anticomunisti è una cosa molto diversa dagli anni in cui Wielgus divenne un collaboratore del Kgb: oggi quella collaborazione non è più una condizione della realtà, ma l'esecrazione di una opinione. Venti anni di tempo hanno cancellato la memoria delle circostanze in cui fu possibile la collaborazione col Kgb di sacerdoti personalmente integri e ortodossi.
Se si pensa che negli anni '60, in occidente, la Chiesa cattolica stava vivendo la più tumultuosa delle tempeste dai tempi della Riforma protestante, si può comprendere lo stato d'animo dei cattolici polacchi, che si sentivano abbandonati dall'oriente e dall'occidente. In Europa orientale vigeva il marxismo reale, in Europa occidentale il marxismo diventava la chiave della speranza cristiana, l'utopia collettivistica si trasformava nel «principio speranza» di Ernst Bloch.
Nella decisione di imporre le dimissioni all'arcivescovo Wielgus vi è sicuramente la mano di Papa Benedetto, che valuta l'imponenza dell'attacco mosso alla Chiesa dal laicismo occidentale. Nulla sarebbe più caro all'opinione laicista che dipingere la Chiesa polacca, quella in cui Papa Benedetto ha ritrovato il respiro più cattolico d'Europa, come una Chiesa di collaborazionisti con la dittatura. Il Papa ha scelto di difendere la Chiesa polacca nel suo passato e nel suo presente dagli attacchi che le sarebbero venuti, in Polonia e nel mondo, dalla compromissione dell'arcivescovo di Varsavia con il Kgb. Non a caso il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ha indicato la convergenza di persecutori antichi e di nemici nuovi che insidiano la Chiesa cattolica in Polonia e nel mondo. Viene da sorridere quando si pensa quanto i laicisti di oggi abbiano ceduto al comunismo e come i laicisti di ieri abbiano ceduto al nazismo.
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