Cronache

La base e gli eletti del Pdl uniti per chiedere subito il sindaco

(...) persino quegli esponenti che tradizionalmente si trovano su posizioni opposte. Stavolta praticamente tutti concordano su un fatto: basta parlare di congressi e di massimi sistemi. È l’ora di scegliere un candidato sindaco, vincente e in grado mettersi subito a parlare con i genovesi. E senza le solite frasi fatte sull’importanza del programma attorno al quale trovarsi d’accordo più che sulle persone. Quelle sono cose che si dicono quando non si è capaci di dare risposte concrete o quando non si hanno nomi a disposizione.
Non è un concetto difficile, né così rivoluzionario. Ma nessuno dei dirigenti del Pdl lo ha mai espresso. È quello che hanno sempre chiesto a gran voce i cittadini, la base del partito e qualche eletto mai ascoltato. E il Giornale lo ha riportato, lo ha messo nero su bianco con un articolo del caporedattore Massimiliano Lussana che ha tradotto in inchiostro stampato quello che sentiva ripetere da lungo tempo in città.
Ora tutti concordano su quanto sia indispensabile smetterla di fare chissà quale strategia politica e di iniziare a provare a vincere. I primi a trovarsi nuovamente allineati sono Matteo Rosso e Raffaella Della Bianca, i due consiglieri regionali molto spesso distanti tra loro e fino a pochi mesi fa anche ipoteticamente avversari nella corsa alla candidatura a sindaco. «Il concetto è proprio quello espresso sul Giornale, il mio storico cavallo di battaglia - sorride Raffaella Della Bianca -. È l’ora di fare cose concrete, a partire dalla scelta del sindaco. Il 6 febbraio mancheranno 3 mesi alle elezioni e noi non abbiamo neppure scelto il candidato». Matteo Rosso tiene subito a precisare che non parla per interesse personale: «La mia candidatura ormai è fuori discussione. Resta il fatto che concordo con la necessità di decidere presto su chi puntare - conferma il capogruppo dimissionario in Regione -. Comunque credo anche che sia utile pensare a una guida nuova, giovane e fresca del partito. Magari aiutata dall’esperienza di chi ci ha guidato finora. Senza una nuova ripartenza rischiamo di trovarci impreparati e senza nomi anche la prossima volta».
Non serve neppure dire pienamente d’accordo è anche Gianni Plinio, responsabile della sicurezza del Pdl: «Non possiamo assistere all’eutanasia di un partito». Sempre dall’interno del coordinamento metropolitano arriva la posizione di Gian Luca Fois: «C’è bisogno come il pane di indicare il candidato, di dare certezze e chiarezza. Specie in una campagna sui generis come questa, dove la gente non ci chiede altro che mosse chiare e niente discorsi». Così pure Andrea Cambiaso, presidente di Liguria Moderata, non esita a schierarsi per una scelta rapida. E Pierluigi Vinai: «Condivido dalla prima all’ultima riga l’articolo del Giornale».
«Ho appena finito di leggere l’editoriale di Lussana e voglio esprimere la mia più totale ammirazione perché esprime esattamente il pensiero mio e, ne sono certo, anche di tantissimi lettori ed elettori», aggiunge il consigliere comunale Stefano Balleari. Anche un altro consigliere di Palazzo Tursi, Beppe Costa, usa il termine «straordinario» per sottolineare l’intervento che punta a riportare il dibattito nell’unico binario che possa avere qualche interesse.
Tutti uniti nel dare una sveglia al gruppo dirigente. Tutti, o quasi. Alla conta mancano i fedelissimi di chi probabilmente punta proprio al congresso per vincere la leadership nel partito.

Ma rischiando di perdere il partito (oltre che le elezioni).

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