L'anima dello sport: l'esempio di Gregg Popovich

Gregg è stato semplicemente il migliore e la pallacanestro è sempre stato il suo grande amore, oltre alla moglie. E proprio la morte di lei lo ha portato a cercare qualcosa a cui aggrapparsi

L'anima dello sport: l'esempio di Gregg Popovich
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Gregg Popovich è sempre stato un duro, di quelli però che sanno farsi amare dai suoi giocatori. Oggi ha 76 anni e non è più lo stesso comandante, però la sua squadra, quella che ha allenato complessivamente per 22 anni, lo tratta come se lo fosse: lo ha nominato presidente, gli sta sempre accanto, nonostante tutto.

L’NBA, si sa, è l’esempio più luccicante di quanto lo sport sia diventato business. Eppure nello sport resta un’anima, che dalla parte di qua dell’oceano – dove il basket professionistico americano viene citato spesso come esempio – abbiamo un po’ dimenticato. E insomma Gregg ne è l’esempio, anche adesso che il suo fisico non è più lo stesso. Popovich è stato il coach di gente importante – Leonard, Parker, Ginobili, Duncan, solo per citarne alcuni -, ha vinto 5 volte il titolo, e un anello lo ha regalato anche a noi perché è con lui che Marco Belinelli è diventato il primo italiano a conquistare l’America. Gregg è stato semplicemente il migliore (e il più vincente degli Spurs con 1390 successi dalla panchina) e la pallacanestro è sempre stato il suo grande amore, oltre alla moglie s’intende, che ha una parte rilevante in questa storia. Nel 2018 Gregg, infatti, voleva ritirarsi, ma la morte di Erin lo ha costretto ad aggrapparsi a qualcosa che desse ancora senso al suo futuro. Ed allora ecco ancora a cercare nuovi eroi, con l’arrivo di Wembanyama e il sogno di un’ultima follia.

Peccato però che le storie non abbiamo sempre un lieto fine: il giovane fenomeno francese si infortuna, ma ancora di più c’è il fatto che Gregg a fine 2024 viene colpito da un ictus. Avrebbe voluto lasciare il suo dovere con l’ennesimo successo, si è trovato costretto a farlo per forza. Qui entra in campo, però, l’anima dello sport: una pagina su Facebook chiamata “La giornata tipo” ha mostrato nei giorni scorsi Popovich ancora a bordo campo, seppur ferito dalla malattia, mentre guarda il ragazzo allenarsi. Con lui, seduto vicino, un giocatore degli Spurs, perché la società ogni giorno lo manda a prendere a casa e dà la consegna alla squadra di fargli compagnia.

Lui, il basket e quattro chiacchiere, una formula per guarire anche quando non si può: eppure funziona, nonostante lo sguardo un po’ spento in quella foto. Perché dentro Gregg sa che la giornata tipo è proprio così. E dovrebbe essere, anche per noi, la giornata ideale.

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