Caro Massimiliano, permettimi dintrodurre anche la mia linguaccia nella sobria querelle fra te e il segretario regionale del Pd, Basso, su un improbabile parallelo fra lo stesso e limpertinente sindaco di Firenze, Renzi. Al quale ho scritto facendogli i complimenti circa la sua battaglia di rottamatore e aggiungendo anche che ce ne vorrebbero come lui nel Pdl. Renzi mi ha risposto con linvito a tenerci in contatto.
Io sono una vecchia donna con la tessera del Pdl e con un passato politico nel glorioso (nel bene e nel male) Pci. La politica resta una mia passione e come argomento dialettico e come espansione del mio essere sociale, il mio mestiere è quello di scrivere libri, cui la politica fa da contorno. Non voglio altri ruoli.
Ebbene, il giovane Renzi appare come un figlio politico di Berlusconi in termini estetici. Per via di una concezione estetica della politica, appunto, in termini di linguaggi diretti ed efficaci, in termini di comunicazione semplice, in termini di teatralità espressiva, come fascinazione della propaganda, come esemplarità di un vocabolario che savvale di parole come biscotti o come radiche amare, come volontà anticonformista del fare, comunque e sempre.
Ho elencato quasi tutte le doti della politica, che è teatro, spettacolo e avanspettacolo, palcoscenico fascinoso, arte architettonica della parola e suono di ritmi musicali, scienza dellorganizzazione più capillare e capziosa, megafono dilatatore di voci suasive, urlate o cantate, sommesse o intrise di logiche astratte, superficie di ragioni ineccepibili, sfilate ideali di bandiere di domani.
Con Renzi e con Berlusconi tutto ciò può essere tradotto in realtà avvincente, con Basso mi pare improbabile. Belle e condivisibili le sue parole, ma antiche e smorzate dalluso, idonee a trasmettere una concezione della politica non più di attualità.
Scommetto che Renzi sarebbe disponibile a cassare un sistema partitocratico che ha fatto a suo tempo le fortune democratiche dellItalia, ma che oggi risulta essere un macigno ostruttivo verso ogni cambiamento. Scommetto che Renzi sarebbe daccordo su un continuo e rapido ricambio del personale politico e allinterno delle sigle partitiche e in termini amministrativi. Scommetto che Renzi sarebbe disponibile a impugnare un nobile federalismo, improntato al riassetto istituzionale dellItalia e che veda lautonomia amministrativa di Regioni-Stato, previa abolizione delle Province. Alla faccia dei federalismi fiscali leghisti.
Sono certa che Renzi sarebbe daccordo per laccorpamento di piccoli e piccolissimi Comuni (vedi Lunigiana) in termini di ètica politica e di produttività amministrativa e mercantile. Sono certa che Renzi non si scandalizzerebbe sulla necessità di rendere più efficace ed attuale una Costituzione. Sono certa che il rigore del territorio geografico, per Renzi, renderebbe necessario riconsiderare le suddivisioni e le appartenenze, in modo tale che regioni mai nate come Lunezia, potessero prendere corpo
Basso? Ho molti dubbi, perché il suo linguaggio politico lo fa immaginare vecchio agli occhi del lettore, le sue ipotesi e soluzioni pasticciate appartengono a unepoca storica andata
ma non vorrei essere fraintesa: non voglio cancellare la Storia, affermo solo che sulla Storia va costruito il progresso, lavanzamento, il cambiamento. Ammesso che la Storia sia stata introiettata ed elaborata.
E per finire, ancora a Basso sulle sue parole alate, pare a lui che le ali allItalia possano metterle i residuati bellici di un cattocomunismo, che ogni giorno ci tempesta col Berlusconi? E non mi dica, Basso, che le mie divagazioni sognanti sono inadatte a prendere in considerazione i temi del lavoro, delloccupazione, della scuola, della sanità, della viabilità, del sistema fognario a questo proposito la comunicazione potrebbessere di tal fatta «il nostro progetto sulle fognature è partito dalla considerazione che i percorsi fognari sotto i nostri passi rappresentano certe nostre identità e come tali dobbiamo costruirli in termini di rigore e di purificazione ».
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