Professore, anche l’alcol piaga sociale come la droga?
«Si parla di 20mila morti all’anno. La gente che beve è tanta però qui non si tratta di abolire o proibire l’uso dell’alcol ma di disciplinare il comportamento di chiunque si metta al volante».
A chi si riferisce?
«Innanzitutto servono severi controlli - che ancora non ci sono - per i guidatori professionisti. Un taxista che beve è pericoloso, così come un macchinista o un pilota. Poi devono essere predisposti precisi accorgimenti per tutti gli automobilisti».
Ci sono gli etilometri.
«Purtroppo io non ne ho mai visto uno. E temo fortemente che queste apparecchiature siano pochissime così pure i controlli a campione sugli automobilisti. Se non si ferma la gente davanti ai ristoranti o alle discoteche non si becca nessuno. Solo in caso di incidente spunta fuori il palloncino che magari arriva dopo ore di attesa, quando la sbornia di chi era al volante è evaporata».
A proposito di etilometro, secondo lei la soglia fissata è corretta?
«Secondo me è fin troppo permissiva. Io sono per una concentrazione vicina allo zero: chi deve mettersi al volante non deve bere. Anche due bicchieri di vino o un aperitivo possono rallentare i riflessi e causare incidenti».
Il ministro Bianchi annuncia pene più severe, anche l’arresto per chi guida ubriaco.
«Io non credo che fare demagogia serva a qualcosa.
«Innanzitutto il ritiro della patente permanente a chi risulta fuori dalle concentrazioni. Nei casi più gravi va previsto anche il sequestro dell’auto e una multa non inferiore ai 10mila euro. Insomma le sanzioni devono essere adeguate al pericolo, devono cambiare la vita di una persona, se rimangono solo degli avvertimenti sono inefficaci».
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