Cronaca locale

"Basta crociate anti-auto". E passa la linea lombarda

L'assessore lombardo alle attività produttive, Guido Guidesi, tesse l'alleanza fra le Regioni europee. Obiettivo: ridiscutere lo stop a benzina e diesel

"Basta crociate anti-auto". E passa la linea lombarda

Avanti, ma con gradualità. Sì all'ambiente, ma senza traumi economici. La Lombardia incassa un vittoria importante nella sua battaglia per una transizione verde che sia sostenibile dal punto di vista sociale e occupazionale. Fa passare la sua linea, quella elaborata dall'assessore alle Attività produttive Guido Guidesi, e la impone nell'agenda dell'Ue.

La svolta arriva a Lipsia con la firma di un accordo fra le Regioni europee maggiormente coinvolte nella filiera dei motori endotermici, fra produzione e componentistica. La filiera lombarda conta oltre mille aziende, 50mila occupati e 20 miliardi di fatturato. E il patto fra i territori produttivi europei chiede in pratica di rivedere la transizione verde: confermare gli obiettivi ambientali ma modulandone i contenuti per evitare il crollo del settore auto. L'Europa non può permettersi il tutto elettrico subito. La linea lombarda, tra le altre cose, richiama il ruolo che potrebbero avere i combustibili rinnovabili e a basso contenuto carbonico.

La chiave di tutto è la «neutralità tecnologica». Tenere fermi gli obiettivi, lasciare libertà sugli strumenti. È con questa chiave che Palazzo Lombardia ha lavorato in questi mesi con le altre Regioni, italiane ed europee. «Noi - spiega Guidesi - pensiamo che per raggiungere gli obiettivi ambientali che sono stati giustamente prefissati, su cui noi ci vogliamo sentire coinvolti e impegnati, la soluzione sia la piena neutralità tecnologica, ovvero potere dare continuità al motore endotermico attraverso l'utilizzo di nuovi carburanti eco compatibili che ci consentano di raggiungere l'impatto zero nella circolazione». Eccoli, gli obiettivi indicati dall'Europa, con scadenze precise, e confermati anche nella lettura lombarda: l'impatto zero delle auto in circolazione, l'impatto zero della produzione e l'impatto zero del «fine vita» di quelle auto. Ambiziosi, ma soprattutto rigidi. Troppo. «A nostro avviso - ha continuato Guidesi - corriamo tre grandi rischi. Il primo: le imprese della componentistica potrebbero non riuscire a convertirsi, con gli effetti che possiamo immaginare sull'occupazione in Lombardia, pensiamo alle piccole imprese a servizio dei grandi marchi. Il secondo: che intravediamo è che il mondo delle, costose, auto elettriche escluda una fetta importanti di cittadini dalla possibilità di acquistare un'automobile. Il terzo è economico, strategico, produttivo e industriale, consegnando ad altri competitor extra europei un settore che abbiamo presidiato con non pochi sacrifici». Il pensiero corre ovviamente alla Cina.

La Lombardia aveva elaborato attentamente la sua posizione. Il 29 marzo, grazie all'istituzione di un «tavolo» riunitosi a in Regione, era stato definito un manifesto per la giusta e razionale transizione del settore, inviato al Governo nazionale, alla Conferenza delle Regioni e presentato alla Commissione europea. Ora il passaggio in Germania, che ha coinvolto anche i rappresentanti di Cluster Lombardo Mobilità. La posizione adesso andrà consolidata, anche con l'aiuto del governo. Ma la commissione europea ha mostrato segnali di apertura.

«Abbiamo portato un po' di realismo in Europa» sintetizza Guidesi.

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