Ho letto le ultime puntate di Casabella dedicate alle donne e avrei qualche considerazione da esprimere. Così non si fa altro che avvalorare il pensiero inespresso in pubblico - perché «politically uncorrect» - dei nostri nobili politici: in fondo queste ragazze o donne sono tutte uguali una per l'altra e possono tutt'al più sperare che qualcuno le piazzi da qualche parte. E se non hanno passato le selezioni del Grande Fratello la politica può risolvere tutto. A seconda delle loro propensioni. Se sono presentabili nel consiglio di qualche Fondazione artistica o benefica o in Università. In altre città finiscono perfino alla Camera di Commercio o magari in consiglio comunale. Se invece sono veline, beh rischiano di finire «cotte e mangiate».
Il modello dovrebbe essere secondo me quello di donne, non importa se scosciate o meno, ma che diano l'impressione di avere una testa, delle idee e buon senso. Come si può avere per modello il percorso politico del ministro Carfagna? Non è un esempio di meritocrazia, magari diventerà bravissima, ma è ragionevole domandarsi come sia già arrivata fino al Ministero che rappresenta.
Perché non fai parlare prima degli Stati Generali di Varazze anche donne già attive e operative come Roberta Bergamaschi, vicepresidente della giunta municipale, oppure Raffaella Della Bianca? Donne che si espongono per gli uomini, senza un ritorno immediato. Signore che hanno inseguito il loro elettorato durante le politiche perché votasse il Pdl dove non avevano nessun posto garantito.
Chiediamo a loro e a quelle come loro che spazio vorrebbero all'interno del Partito e come l'altra metà del cielo possa sperare di avere più voce. Se intervistiamo ragazze alle prime armi che sognano la politica come alternativa al mondo dello spettacolo, che stanno sotto il protettorato di qualche maschio generoso e influente. Beh allora riproponiamo il modello Alessandra Mussolini: l'importante è arrivare. E diamo ragione a questo stuolo di uomini che si contendono la poltrona tutti i giorni.
Queste sono pulcine, gli piacerebbe essere panda, invece come queste ce ne sono tantissime e non rischiano certo di estinguersi. Non possono dire niente se vogliono crescere, sono come la Madia e in più danno l'impressione di essere inesperte rispetto al mondo. Ma chissenefrega dell'inno del Pdl per quello c'è già Apicella, servono ragazze vestite come vogliono che si impegnino a portare avanti delle cause, non solo la loro personale macchiavellica strada per arrivare a una poltrona. Le donne devono poter parlare. Possibile che le teste del partito siano tutte maschili? Che non ci sia un coordinatore donna in Liguria? Scandroglio, Cassinelli, Boitano.. Musso, Biasotti.
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