L’exit strategy della Banca centrale europea si ferma di fronte alla crisi: Francoforte continuerà a fornire liquidità illimitata al sistema attraverso aste a tasso fisso, almeno fino all’aprile 2011; e resta in essere il programma di acquisto di titoli di Stato europei deciso lo scorso maggio. Acquisti, spiega il presidente Jean-Claude Trichet, che saranno «commisurati» alla condizione dei mercati finanziari. E comunque, ha ribadito il banchiere rispondendo alle voci di una fuoriuscita tedesca dalla moneta unica, «una marcia indietro dall’euro è totalmente fuori discussione». I mercati si aspettavano che la Banca centrale europea fermasse le lancette dell’exit strategy alla luce delle gravi tensioni delle ultime settimane. Così è stato, anche se nella discussione in seno al consiglio non è stata trovata l’unanimità; e i mercati finanziari hanno festeggiato la notizia. Forse qualche operatore sperava in qualcosa di più - magari un programma quantitativo di acquisti tipo Fed - e tuttavia le Borse europee hanno chiuso ai massimi delle ultime due settimane: +2,22% a Londra, +2,12% a Parigi, +1,32% a Francoforte, +2 ,78% a Madrid, +1 ,91% a Lisbona, +1,8% a Dublino. Anche Milano ha chiuso sui massimi, con il Ftse Mib che fa segnare un +2,49%. Mentre l’euro, sul finale europeo, passava di mano sopra gli 1,31 dollari. Una conferma della distensione sui mercati viene anche dagli spread sui titoli europei che si sono ridotti sensibilmente rispetto al bund tedesco di riferimento. I differenziali di Spagna e Portogallo sono scesi, rispettivamente, a 404 e 234 punti base. Madrid ha concluso positivamente un’asta di titoli di Stato a tre anni per 2,5 miliardi di euro, con un tasso medio del 3,7% contro il 2,7% dello scorso mese di ottobre. La forbice tra il bund e il nostro Btp è scesa a 160 punti base. Secondo il direttore esecutivo italiano al Fondo monetario, Arrigo Sadun, la gestione delle nostre finanze pubbliche è stata «buona ed efficace ». É molto azzardato pensare, aggiunge, che l’Italia possa essere la prossima vittima della crisi. La boccata d’ossigeno fornita dalla Bce non significa che sia passata la nottata. Lo stesso Trichet conferma il perdurare delle tensioni acute nell’area dell’euro: «L’incertezza rimane elevata - ha spiegato subito dopo la conclusione del consiglio direttivo - e resta l’insostenibilità di alcuni bilanci pubblici nell’Eurozona ». Più crude le parole del direttore generale del Fmi, Dominique Strauss- Kahn: «Alcuni Paesi europei non sono lontani dall’orlo del precipizio», ha detto, aggiungendo che una ricaduta nella recessione «non è impossibile». Il Fondo monetario, al momento, «non ha ricevuto altre richieste d’aiuto» dopo quelle di Grecia e Irlanda. «Siamo in allerta, ma non spaventati per la situazione europea - ha spiegato il portavoce del Fmi, Caroline Atkinson - ; il Fondo è in una condizione finanziaria forte, con diverse centinaia di miliardi di dollari, e siamo in condizioni di far fronte alle necessità dei Paesi membri ». Come largamente previsto, la Bce ha lasciato immutato all’ 1% il tasso principale di riferimento. E non è mancata una schiarita nelle previsioni che indicano una «dinamica di fondo positiva» per l’economia europea, nonostante l’inevitabile incertezza legata all’andamento dei mercati. Perciò Trichet invita i governi dell’Eurozona a mettere ordine senza esitazione nei bilanci pubblici.
E ricorda polemicamente ai grandi Paesi europei, Germania, Francia e Italia, «la convergenza di idee per distruggere il patto di stabilità fra il 2004 e il 2005». É la mancata applicazione del patto in quel periodo che ha portato, secondo il presidente della Bce, alla crisi di oggi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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