Cultura e Spettacoli

Bellucci e Marceau: «Niente critiche Chi sono i giornalisti per contestarci?»

CannesTre bellezze brune si sono maestosamente assise davanti all’assemblea dei giornalisti del Festival riunita alla confernza stampa di Ne te retourne pas (Non ti voltare), presentato fuori concorso: Monica Bellucci, tutta di nero vestita; la regista Marina De Van, clone dell’altra in versione tragica; Sophie Marceau, la più pimpante, con un bustino scintillante. Pronto a mostrare i denti, il trio femminile eclissava il pur seducente Andrea Di Stefano, unico attore presente.
Alla giornalista italiana che voleva sapere come le attrici avessero preso le stroncature, la regista ha risposto che a lei era giunta solo un’eco positiva, scandendo: «Mi piace il mio film e mi piace rischiare. Non volevo dare al pubblico una ricetta di ciò che già funzionava».
Imperiale, la Bellucci ha ricordato che lei ha sempre corso i suoi rischi: «Quando ho presentato Irréversible, in questa stessa stanza c’erano persone che inveivano contro il film. Che ora però è un cult. Se avessi dovuto preoccuparmi di quel che pensava la gente o scrivevano i giornalisti, non avrei fatto cinema». Quanto a Sophie Marceau, ha rimbeccato la giornalista italiana, chiedendole: «In nome di quale entità lei parla di un’eco negativa?». E aggiungendo, col broncio: «Non capisco la sua domanda e la trovo fuor di luogo». Le due attrici hanno ferocemente difeso la regista: «Adoro l’universo di Marina e trovo che sullo schermo Sophie m’ispiri: ero entusiasta del nostro trio», ha dichiarato la Bellucci.
Nella sceneggiatura le due attrici sono state colpite dal tema dell’infanzia... Per la Bellucci, «in ogni adulto c’è un bimbo che grida vendetta, anche se i suoi primi anni sono stati felici. Perché da piccoli si è alla mercé degli adulti. Sono molto indipendente. Detestavo che mi si dicesse di fare questo o quello, di mangiare questo o quello».
La Marceau ha riconosciuto come il suo personaggio, la sua gioventù sia stata fondamentale, senza però spiegare perché: «Essere figlio di due coglioni non condanna a essere il terzo. Educare i figli è un mistero. Non si sa mai che cosa diventeranno. Ma è vero che i genitori hanno le chiavi delle nostre origini e sono i soli a conoscerle».
In Ne te retourne pas, Jeanne (Sophie Marceau), autrice di biografie di successo, sposata, madre di due figli, vuol pubblicare il romanzo della sua gioventù, di cui non ha ricordi. Quando il suo editore respinge il libro, la sua mente vacilla. Nel suo appartamento i mobili cambiano posizione, anche la tappezzeria non è più la stessa. Diverso anche l’aspetto dei bambini. Non riconosce nessuno, neppure i suoi stessi tratti. Il disagio va crescendo: Jeanne-Sophie Marceau diventa Jeanne-Monica Bellucci, che parte per Lecce in cerca del suo passato italiano.
Dice Marina De Van: «Da tempo pensavo a questa storia. Il film non è stato scritto per il duo Marceau-Bellucci, ma usare queste icone mi pareva interessante». Lungi dal competere fra loro, le due attrici hanno assicurato di aver adorato questo gioco di specchi. «Ero contenta di trasformarmi in qualcun’altra. Monica ha una densità, una presenza straordinaria», ha detto la Marceau, mentre la Bellucci restituiva subito la cortesia. Ma è difficile, a parte il colore dei capelli, trovare fisici più lontani. Perché l’una diventasse l’altra, la regista non ha esitato a usare effetti speciali e ispirandosi ai quadri di Francis Bacon, trasforma il volto della Marceau in un ibrido, composto da parti dell’attrice francese, della collega italiana e della stessa regista, finché non diventi interamente il volto della Bellucci. Ahinoi! La loro pelle si gonfia, gli occhi si liquefanno e il previsto effetto tragico si risolve in un effetto comico. Imprevisto? Non per Monica, che dice: «Marina mirava a rendere ogni stato emotivo: paura, tristezza, allegria, angoscia...». La stampa era scettica, ma che importa? Il film fa rumore, tanto che le due attrici, a torso nudo, seno contro seno, sono sulla copertina del settimanale Paris Match..

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