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Belpietro nel mirino: lettera di insulti a casa

Il direttore di Libero ha consegnato alla scorta una lettera, arrivata oggi, contenente insulti personali. Nessun accenno all'attentato dei giorni scorsi. E il Viminale denuncia il gruppo "Kill Belpietro" che è apparso su Facebook

Belpietro nel mirino: lettera di insulti a casa

Milano - Una lettera contenente insulti è stata recapitata a casa del direttore di Libero, Maurizio Belpietro. È stato lui stesso a consegnarla agli uomini della scorta al rientro a casa, nel pomeriggio. Secondo quanto si è appreso, la lettera, recapitata oggi con la posta ordinaria è scritta al computer e contiene violenti insulti personali, ma nessun accenno all’episodio della settimana scorsa. Il contenuto è ora al vaglio della Digos.

La lettera con gli insulti La lettera è stata mostrata a Belpietro dalla moglie, una volta che il direttore è rientrato a casa, intorno alle 17.30. Lui l’ha poi consegnata agli uomini della scorta che hanno fatto intervenire la Digos che ora ha al vaglio il contenuto e provvederà a far eseguire sulla missiva stessa dei rilievi scientifici. Secondo quanto riferito, nel testo, tra gli insulti, ricorrono le parole ’porco e maialè nonchè un generico augurio di morte. La lettera, che non contiene firme o rivendicazioni di nessun tipo, è stata scritta con un pc ed è arrivata per posta ordinaria, con timbro di Peschiera Borromeo. Per il direttore di Libero non sarebbe infrequente ricevere minacce o lettere di insulti, ma a quest’ultimo episodio si è data particolare attenzione perchè si colloca immediatamente dopo la presunta incursione nel palazzo dove risiede di uno sconosciuto armato avvenuta giovedì scorso.

Gruppi anti Belpietro su Facebook Proprio oggi il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha denunciato: "Sul web ci sono siti i cui toni sono inaccettabili, come Kill Belpietro, ammazza Belpietro, un gruppo di Facebook con decine di iscritti che dialogano amabilmente di come ammazzare il direttore di Libero". "Un conto è esprimere le proprie opinioni - ha detto Maroni - un altro è invitare ad ammazzare qualcuno. Queste sono le cose che vanno evitate. Abbiamo già segnalato questi siti, non possiamo chiuderli noi d’autorità ma abbiamo già detto al gestore che non è possibile tenere aperti certi gruppi.

È chiaro se poi continua questa escalation io non mi meraviglio di episodi come questo o come quello che ha tentato di zittire, ferendolo, Bonanni alla festa del Pd a Torino".

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