Benedetta di Origny-sur-Oise

Scorrendo i repertori di quegli eroi cristiani che sono i santi si ha l’impressione che davvero «Benedetto» sia un nomen-omen, come dicevano i latini: un nome che è anche un presagio. Sono infatti ben cinquantatré i santi con questo nome, oltre al più famoso, Benedetto da Norcia, patrono d’Europa. Tre di loro sono papi: Benedetto II (VII secolo), Benedetto XI (figlio di una lavandaia, XIII secolo) e Benedetto XII (francese e figlio di un mugnaio, XIV secolo). A questi cinquantatré vanno aggiunte le undici Benedetta, e fanno sessantaquattro. La Benedetta meglio conosciuta è quella di Assisi, che succedette alla fondatrice s. Chiara nel governo delle clarisse. Ma sotto questo nome troviamo una matrona gallo-romana di Bordeaux, una cistercense uccisa in Slesia dai protestanti nel XVI secolo, la martire (e madre di famiglia) di Lentini, una martire romana discepola di s. Pietro, una badessa figlia di duca tedesco, eccetera. Insomma, i lettori e le lettrici di nome Benedetto-Benedetta hanno l’imbarazzo della scelta nel festeggiare l’onomastico (sempre che usi ancora farlo). So che di solito ci si accalca tutti sul santo più famoso ma, se volete un consiglio, dovrebbe esserci maggior probabilità di venire esauditi da un santo per forza di cose «disoccupato». Sì, direte voi a questo punto; ma quand’è che parliamo della santa di oggi? Il guaio è che della francese Benedetta di Origny-sur-Oise (diocesi di Reims) non sappiamo quasi nulla, a parte il fatto che fu martire e la presenza di un racconto-fotocopia favoloso, esagerato e utilizzato per diverse altre martiri. www.

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