Farmaci e terapie

Morbo di Crohn: i sintomi, cosa provoca e come si cura

La diagnosi può tardare fino a 5 anni e in oltre il 30% dei pazienti viene confusa con la sindrome dell’intestino irritabile

Morbo di Crohn: i sintomi, cosa provoca e come si cura
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Il morbo di Crohn è una sindrome infiammatoria cronica dell’intestino. Può colpire la parete di tutto il tratto gastrointestinale, ma nella maggior parte dei casi interessa l’ileo, ovvero l’ultima parte dell’intestino tenue, e il colon. Essendo cronica, non guarisce mai del tutto e i sintomi possono variare. In Italia si stima che le patologie infiammatorie croniche intestinali interessino circa 250mila persone. Di queste, in una percentuale compresa fra il 40% e il 45% si tratta di malattia di Crohn.

Spesso la diagnosi può arrivare in ritardo, perché i sintomi sono simili anche ad altre patologie infiammatorie intestinali, come la sindrome dell’intestino irritabile. Negli ultimi anni c'è stato un forte aumento di queste malattie e si prevede che cresceranno ancora. La malattia di Crohn è una delle più complesse e invalidanti. Compare in genere tra i 25 e i 45 anni e tra i 65 e i 75 anni, ma non è rara neppure tra i bambini e gli adolescenti. La patologia alterna fasi di remissione ad altre di riacutizzazione. Si può convivere ma richiede accorgimenti e cure, una diagnosi precoce previene le complicanze.

Cause e fattori di rischio

Al momento non si conosce la causa scatenante del morbo di Crohn. Si presenta a seguito di una risposta eccessiva del sistema immunitario della mucosa intestinale. La conseguenza è un’infiammazione cronica. Secondo gli studi alla base ci sarebbe una predisposizione genetica, alterazioni del microambiente intestinale e fattori ambientali. Si ipotizza che possa incidere anche l’abuso di antibiotici in età infantile. È stato infatti dimostrato che, ad ogni nuovo ciclo, questi farmaci provocano un trauma alla flora intestinale. Un abuso da giovani potrebbe aumentare le possibilità che, da adulti, si sviluppi la malattia di Crohn. Un altro fattore di rischio che può, inoltre, peggiorare i sintomi una volta che la malattia si è sviluppata, è il fumo. Inoltre, studi recenti dimostrano che è più frequente nei Paesi più sviluppati, ipotizzando una correlazione con il maggior consumo di cibi ultraprocessati ma il nesso causale non è accertato. Non si può prevenire l’insorgenza della malattia di Crohn ma si può interrompere la progressione del danno intestinale e le complicanze. Per questo è importante una diagnosi precoce. Oggi si stimano ritardi dai 6 mesi ai 5 anni nell’individuazione e in oltre il 30 per cento dei pazienti viene confusa con la sindrome dell’intestino irritabile.

I sintomi del morbo di Crohn

La patologia può interessare l’intero tratto digerente, dalla bocca fino all’ano. I sintomi variano in base alla localizzazione del problema. I più diffusi sono episodi di dolore addominale e diarrea ripetuti nel tempo ma anche sangue nelle feci. Si alternano periodi di benessere, che corrispondono a fasi di remissione della malattia, alle quali seguono altre di riacutizzazione. Possono manifestarsi anche dolori articolari, malassorbimento e un calo di peso importante. In alcuni casi la malattia di Crohn non dà sintomi particolari e viene scoperta per caso nel corso di accertamenti per altri motivi. Se la malattia non viene diagnosticata e trattata in fase iniziale, dolori e gonfiori intestinali possono condurre alla formazione di ascessi, fistole e restringimenti intestinali (stenosi) che nella metà circa dei pazienti richiedono un intervento chirurgico.

La cura

Guarire dal morbo di Crohn non è ancora possibile ma si può arrivare a una remissione. La prima cosa da fare è rivolgersi a uno specialista gastroenterologo per avere una diagnosi. Per il trattamento dei sintomi si utilizzano immunosoppressori e farmaci a base di cortisone. Di recente sono stati introdotti anche i farmaci biologici. In alcuni casi possono essere necessari farmaci a base di cellule staminali. In generale, non esiste un unico farmaco per la malattia di Crohn, la terapia dipende dal singolo caso. La dieta gioca un ruolo chiave, poiché alcuni alimenti possono peggiorare i sintomi. In genere si consiglia di limitare i grassi animali, gli zuccheri raffinati, i latticini, il frumento, gli additivi come emulsificanti, maltodestrine, carragenine e solfiti.

Nei bambini con malattia di Crohn – i casi pediatrici sono in aumento – la nutrizione artificiale con alimenti liquidi speciali per alcune settimane sembra una terapia efficace.

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